Caro affitti, universitari in protesta: “A Cesena una singola costa più di 300 euro”

Emily Ann Angelini, rappresentante degli studenti del campus, interviene sulla protesta dei fuorisede in tenda davanti ai principali atenei italiani: "In città nessuna tenda, ma un’azione studentesca può aiutare"

Cesena, 12 maggio 2023 – Fuorisede, eppure spesso senza alloggi. Ed ora, in tenda, davanti ai principali atenei italiani per manifestare contro il caro affitti e rivendicare il basilare, e quantomai costituzionale, diritto allo studio. La protesta degli universitari scalda gli animi e riempie le piazze da Nord a Sud. Nella battaglia a colpi di libri e cultura, i bersagli polemici sono le ormai croniche speculazioni economiche su cui per anni nessuno è intervenuto. Criticità ben note anche a Cesena, dove da tempo gli studenti denunciano uno scenario tutt’altro che roseo fatto di alloggi insufficienti e prezzi alle stelle.

Universitari alla presa col caro affitti
Universitari alla presa col caro affitti

"La crisi abitativa è evidente da tempo e non saranno le proteste a svelare problematiche già palesi - commenta Emily Ann Angelini, rappresentante degli studenti nel Consiglio del campus cesenate -, ma un’azione studentesca può comunque aiutare a sollevare l’attenzione sul problema. A Cesena, al momento, non sono in programma proteste e accampamenti, anche se la situazione rimane complicata".

D’altronde, anche nella città malatestiana per un posto in doppia occorre sborsare in media dai 200 ai 250 euro mentre il canone per una singola supera i 300 euro. E i prezzi continuano a lievitare. "I costi stanno aumentando ancora, anche per chi aveva già vecchi contratti - continua Angelini -. Per la mia stanza singola, a 500 metri dal campus, il canone passerà da 300 euro a 350. E anche alcune amiche in doppia si vedranno aumentare le tariffe da 200 a 250 euro".

Nel vortice della corsa ai rincari generalizzati del dopo pandemia, a pesare su molti fuorisede anche la stangata del caro bollette. "Le utenze continuano ad aumentare di anno in anno - commenta -, i mesi invernali sono stati particolarmente pesanti. Ciascun inquilino all’interno di una casa ha pagato in media 150 euro, da aggiungere ai canoni di affitto già alti. Per non considerare poi la spesa e le tante uscite".

Tempi difficili, dunque, per gli studenti. E i problemi si potrebbero ulteriormente acuire. "Ogni anno si aggiungono corsi nuovi e dunque persone nuove - spiega la studentessa di architettura -, ma bisogna fare i conti con le risorse limitate della città. Il nuovo corso magistrale in ‘Digital Transformation Management’, ad esempio, porta ogni anno al campus cento studenti, per metà internazionali. Cifre importanti per una città come Cesena".

Una questione che solleva dubbi di ampia portata. "La sede cesenate e tutte quelle dislocate sono sorte con uno scopo preciso: non congestionare ulteriormente Bologna. Ma se anche nelle città minori risulta quasi impossibile trovare casa e i canoni sono estremamente salati la logica della delocalizzazione perde la sua natura. E il progetto del campus di Cesena è nato con una falla, dal momento che è stato costruito in una zona priva di alloggi limitrofi, ad accezione di qualche edificio affittato per la maggior parte non a studenti".

Poche le soluzioni all’orizzonte. "Occorre una volontà d’intenti e un’azione condivisa tra Comune e Università - conclude Angelini -. Noi rappresentanti abbiamo sempre sollevato la questione degli alloggi e, nell’ultimo Consiglio, è emersa la possibilità di un nuovo studentato. Purtroppo però è difficile, anche per chi ha redditi bassi, accedere alle sistemazioni poiché i posti sono limitati".