Covid, pandemia archiviata dopo mille giorni. “Ma siamo preparati per il futuro”

Emergenza finita per l’Oms, la Regione sospende i bollettini, ma resta ancora una coda di una decina di casi al giorno. Il direttore del laboratorio di Pievesestina Vittorio Sambri fa il punto

Covid Emergenza archiviata dopo mille giorni

Covid Emergenza archiviata dopo mille giorni

Cesena, 13 maggio 2023 – Le strade vuote. Il silenzio irreale. Dietro alle finestre voci, suoni di telefoni, televisori accesi, musiche lontane. Un alveare tra pareti in cui aleggiava un’unica tensione: finirà bene ma speriamo che finisca presto. E’ andata bene, ma non per tutti, e non è finita presto. Da quello scenario che ha marcato l’avvio del primo lock down (9 marzo 2020) sono passati tre anni e un numero imprecisato di ondate di contagi, e il nemico, che ci ha inferto ben più di una sconfitta, è ancora tra noi benché quasi disarmato. E’ stata una parentesi temporale, come altre nella storia tragica del rapporto tra umanità e virus, che non dobbiamo né possiamo dimenticare benché tutto corra verso l’archiviazione.

E’ quasi un compito ineludibile per noi gente abituata a scommettere sulla scienza. Una sicurezza pagata con un numero altissimo di vittime: 632 nel solo Cesenate, 1.348 nella nostra provincia, a fronte di oltre 100 mila contagiati. Un quarto dell’intera popolazione di Forlì-Cesena, al netto di chi se l’è cavata senza averlo certificato e chi non se n’è neppure accorto data la mancanza di sintomi. La scienza ha vinto ancora, ma ha dovuto segnare il passo per un po’. Non dimentichiamolo, neppure ora che l’Oms fa scendere il sipario sulla pandemia e la Regione sospende il bollettino settimanale dei contagi.

Lo dobbiamo a quei morti, 20 milioni nel mondo, 800 milioni i contagiati tra cui persone che ancora convivono con gli effetti debilitanti del long covid. In questi giorni i bollettini del Cesenate segnalano zero morti e due ricoveri in terapia intensiva, ma in città e dintorni ci sono ancora contagi (da 3 a 10 al giorno). E’ finita, ma non tutti possono ancora cantare vittoria.

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Vittorio Sambri: “Preparati per il futuro”

Direttore del laboratorio di Pievesestina

Dai 13 mila tamponi quotidiani processati nei giorni contraddistinti dai picchi più alti del contagio, ai 100 attuali. Ecco il segno, nel laboratorio di Microbiologia di Pievesestina diretto dal professor Vittorio Sambri, che la pandemia è davvero finita al di là della ratifica da parte dall’Oms. Ma la struttura cesenate, a cui fanno riferimento le analisi sia della Romagna che di altre regioni, non va in vacanza: si prepara ad accrescere la propria potenza di fuoco. Grazie ad un finanziamento del Pnc che è una branca del Pnrr, arriveranno al laboratorio quasi 3 milioni di euro per l’acquisto di un sistema in grado di incrementare lo studio dei virus. Il laboratorio di Microbiologica dell’Asl Romagna diventerà così l’hub di sequenziamento di tutte le malattie infettive della regione Emilia-Romagna.

Professor Sambri, per restare ad oggi, come ha inciso sul vostro lavoro il fine pandemia?

"Continuiamo a sequenziare, benché le necessità d’urgenza siano oggi sbrigate in tempo reale dai pronto soccorso, e quello che emerge appare del tutto imprevisto: c’è una percentuale inattesa di positività dell’8 per cento, che è già alta ma è ulteriormente in aumento”.

Dobbiamo preoccuparci?

"No, c’è un altissima percentuale di persone che si è immunizzata prendendo la malattia e un’altra percentuale altrettanto consistente che è vaccinata da tre a cinque volte. Vuol dire che il virus continua a circolare, ma con varianti che ci fanno stare molto tranquilli”.

Che ne è stato della struttura d’emergenza allestita per fare fronte al covid?

“A parte un paio di dirigenti che hanno fatto altre scelte, tutto il personale è stato riassorbito a tempo indeterminato. Se ci dovesse ricapitare un’emergenza, sappiamo di avere già le forze in casa”.

Ci ricapiterà?

“E’ altamente possibile. Per dirla in modo sbrigativo: al mondo siamo in troppi e c’è un contatto stretto tra la popolazione umana e i virus animali”.