Giallo di Cristina Golinucci e Chiara Bolognesi, a Cesena indagini a una svolta

L’avvocata Iannuccelli (associazione Penelope) ottimista: “A breve avremo risposte”. La mamma di Cristina: “Aspetto col cuore in gola”

Chiara Bolognesi e Cristina Golinucci

Chiara Bolognesi e Cristina Golinucci

Cesena, 13 aprile 2023 – “A breve avremo delle risposte, la Procura ha preso una direzione precisa”. L’avvocata Barbara Iannuccelli lascia intendere che il caso di Cristina Golinucci, la ragazza di Cesena scomparsa 30 anni fa e da allora mai più ritrovata, è a una svolta. Ma, per tutelare le indagini, il riserbo da parte della Procura e del legale è totale. Trenta anni di misteri irrisolti, che potrebbero finalmente essere svelati. Due i fascicoli di indagine per omicidio volontario aperti recentemente dalla Procura di Forlì.

I granelli della clessidra che sembravano essersi fermati, ora sono tornati a scendere, lentamente, e allo scadere del tempo (prima che le indagini preliminari giungano al termine) potrebbe esserci una risposta. Il giallo di Cristina Golinucci, scomparsa il 1 settembre del 1992 all’età di 21 anni e mai più ritrovata, e la morte della 18enne Chiara Bolognesi, trovata senza vita nel fiume Savio un mese e mezzo dopo, si sono intrecciati nelle nuove indagini.

Tra i sospettati di entrambi gli omicidi spunta il nome di un uomo di mezza età strettamente legato all’ambiente della chiesa e del volontariato, ma nessuna pista è stata abbandonata del tutto. "Sta per accadere qualcosa – dice l’avvocate Iannuccelli dell’associazione Penelope che sostiene la madre di Cristina Golinucci – il caso è andato avanti e la procura e la polizia giudiziaria stanno facendo un ottimo lavoro. Non posso dire ancora nulla, ma i risultati delle indagini li avremo presto. Nel caso di Cristina Golinucci in passato l’incipit fu terribile. Il caso fu bollato come un allontanamento volontario perché la ragazza proveniva da una famiglia non abbiente, di contadini, e venne detto che non poteva trattarsi di sequestro perché era impossibile che qualcuno pretendesse un risarcimento. Ma ora sono ottimista e credo che presto il caso verrà risolto".

Non così ottimista però è la madre di Cristina, Marisa Degli Angeli, che ha combattuto per trent’anni per ottenere un brandello di verità. "Io continuo ad aspettare con il cuore in gola e spero di avere una risposta al più presto – dice Marisa Degli Angeli - non so in che modo stia lavorando la Procura, questo terremoto che si è scatenato due mesi fa è troppo forte per me da sostenere. Vorrei che si chiudesse o che arrivassero delle risposte. Ma perché sollevare un polverone così per poi tacere? Hanno riaperto il caso, ora: o lo chiudono, o mi danno una risposta. Spero tanto nel pubblico ministero, questa donna a cui ho dato tanta fiducia. Lei si è interessata al mio caso e mi ha detto ‘guarda Marisa sono mamma anch’io, e farò tutto il possibile’. Per il resto sono un po’ delusa dalla comunità. Nessuno mi ha contattato dalla chiesa, la diocesi non si è fatta viva con me. Sono qui, nel mio dolore. Io non sono contro la chiesa, ma contro certe persone di quest’ambiente. Se è vero che c’è stato un predatore ed è stato coperto, è vergognoso. Se fosse stato Boke (il primo sospettato, poi scagionato, ndr) invece, pensare che la comunità di Cristina abbia coperto mi fa molto male".