
Cesena, 10 marzo 2025 – Il famigerato autovelox sulla statale Adriatica, in direzione Rimini-Ravenna, ai piedi del ponte di Cesenatico, miete vittime dal maggio 2023.
Migliaia di verbali e targhe immortalate da un implacabile occhio elettronico, punti patente persi e automobilisti esasperati che hanno protestato con esposti e denunce. Ora, però, arriva un colpo di scena: il giudice di pace di Forlì, Andrea Biavati, ha annullato una sanzione, sollevando una questione che potrebbe travolgere tutti gli autovelox in circolazione.

La vicenda riguarda un avvocato cervese del foro di Ravenna, Massimo Martini, multato il 27 giugno 2024 mentre percorreva quel tratto di strada ai 72 orari, superando di 22 km/h il limite imposto.
Risultato? Una multa da 189 euro (se pagata entro cinque giorni) e tre punti in meno sulla patente.
Ma il legale non si è arreso, ha presentato ricorso in proprio contro il Comune di Cesenatico e lo ha vinto. Il motivo? Il velox non è omologato. La questione non è da poco e, scorrendo la sentenza, emerge che non solo questo dispositivo, ma l’intero sistema degli autovelox in Italia è a rischio collasso.
Le autorità comunali e prefettizie si basano sulle circolari ministeriali, che considerano equivalenti l’approvazione e l’omologazione di questi strumenti. Peccato che il Codice della strada non dica la stessa cosa. Anzi, la norma parla chiaramente di dispositivi “debitamente omologati”, e questa distinzione fa tutta la differenza.
L’omologazione, spiega il giudice, è una procedura tecnica che garantisce la perfetta funzionalità e precisione dello strumento. Significa che il prototipo viene testato e confrontato con standard ben precisi prima di essere riprodotto in serie. L’approvazione, invece, è un passaggio amministrativo e quindi più blando: non prevede questa verifica rigorosa del prototipo, ma si limita a una valutazione meno stringente. A dirlo sono numerose pronunce giurisprudenziali, tra cui un orientamento della Corte di Cassazione proprio dell’estate 2024.
Risultato? Omologazione e approvazione non sono la stessa cosa. Se manca la prima, la multa può cadere. E in questo caso, è toccato al temibile autovelox di Cesenatico essere bocciato. Ma già in precedenza, altri automobilisti si sono visti cancellare le sanzioni inflitte su quel tratto, dove il limite di velocità ai 50 orari esiste da 40 anni e dove non si registrano incidenti gravi. Proprio per questo, in tanti si sono chiesti se quel velox serva davvero a garantire la sicurezza stradale o se sia più che altro uno strumento per fare cassa.
Certo, non tutti fanno ricorso: chi riceve una multa e può cavarsela con pochi euro preferisce pagare piuttosto che imbarcarsi in una battaglia legale o nelle spese di ricorso. Ma quando ci sono in ballo punti patente, la questione cambia. E in questo caso, il ricorrente ha ottenuto piena ragione, anche se il giudice ha compensato le spese di lite. Ora la domanda è: quanti altri automobilisti seguiranno questa strada? E, soprattutto, quanti altri velox rischiano di finire nella bufera per lo stesso motivo? La battaglia è appena cominciata.