
Le due donne accusate di stalking riprese dalla tramissione ‘La vita in diretta’
Può finalmente tirare un sospiro di sollievo. È la fine di un incubo per il camionista di Borello perseguitatato per mesi dall’invio nella sua casa di carri funebri. Le due donne di Arezzo, madre e figlia di 36 anni, che da giugno rendono impossibile la vita del 57enne Paolo Zignani, sono state ricoverate nel reparto psichiatrico dell’ospedale San Donato di Arezzo ieri mattina alle 9. "Finalmente riuscirò a dormire senza interruzioni, cosa che non faccio da giugno – commenta l’autotrasportatore 57enne assistito dall’avvocato Raffaele Pacifico -. Anche nella notte di lunedì, fino all’una ho ricevuto telefonate. Ora finalmente tutto tace". Le due donne di Badia Prataglia, madre e figlia di 36 anni che Zignani conosce solo di vista, hanno inviato all’autotrasportatore di Borello 837 servizi non richiesti da settembre ad oggi. Gli episodi di stalking sono iniziati per il 57enne con l’arrivo dei carri funebri (ben 50 quelli mandati in cinque mesi).
Gli ausiliari delle pompe funebri parcheggiavano sotto casa del 57enne, con lui che li accoglieva increduli mentre gli operatori delle onoranze funebri gli spiegavano che erano lì per ritirare la sua salma. A casa del camionista si presentavano ogni giorno fiorai, imbianchini, giardinieri, muratori, agenti immobiliari, restauratori, carri attrezzi, taxisti e corrieri con abiti da sposa, confetti, bomboniere, vini, pizze, panini. Tutte cose che il 57enne non aveva richiesto, fatte recapitare direttamente dalle due donne di Arezzo. Nella sua casa si sono presentati anche uomini poco raccomandabili che richiedevano prestazioni sessuali perché la 36enne aveva creato un profilo su un sito di incontri online, presentandosi come sua moglie. Zignani è stato più volte ospite della Vita in Diretta su Rai 1, dove nei giorni scorsi è stata mostrata l’inviata Rai mentre veniva aggredita con un manico di scopa e con una pentola di acqua calda da una delle due stalker di Badia Prataglia. Fortunatamente senza rimanere ferita.
Dopo numerose denunce e procedimenti penali per atti persecutori e procurato allarme a carico di mamma e figlia, e dopo che il magistrato di sorveglianza di Firenze aveva dichiarato la pericolosità sociale della più giovane e disposto il ricovero in struttura sanitaria idonea alle cure psichiatriche, è arrivato ieri il ricovero all’ospedale di Arezzo. Il paesino di Badia Prataglia è finito sotto i riflettori per le numerose denunce degli abitanti. I vicini di casa delle due stalker si lamentavano che mamma e figlia tiravano nelle loro finestre uova, farina, sterco e tra i perseguitati ci sarebbero anche i bambini dello Scuolabus del paese, contro il quale le donne tiravano sassi e arance.