ELIDE GIORDANI
Cronaca

Memory training, boom di richieste a Cesena. "Il cervello è come un muscolo"

Triplicati i corsi dell’associazione Caima . La piscologa Venturi: "L’efficienza della memoria si può accrescere"

L’allenamento della memoria dà effetti positivi già a sei mesi dalla conclusione dei corsi. Contribuisce a combattere le prime defaillance che si manifestano già dopo i cinquant’anni di età.

Cesena, 7 marzo 2023 – Ottanta iscritti e almeno il doppio che si è messo in fila. Tutti alle prese con la memoria. Sfuggente, un po’ bucata, spesso alle prese con i nomi che sembrano scritti sull’acqua. Per loro l’associazione Caima, che aiuta i familiari di malati di demenza, è scesa in campo con una iniziativa di memory training che è stata presa d’assalto, tanto che ha dovuto triplicare il corso di 10 sedute condotto dalla psicologa Donatella Venturi presso la sala Avis.

Dottoressa Venturi che succede, come mai tante richieste di partecipazione?

"L’afflusso è in parte motivato dal fatto che per due anni, causa Covid, i corsi erano stati sospesi ma, soprattutto, dal timore che continuano a suscitare le prime defaillance di memoria che, di solito, si presentano dopo i 50 anni. In assenza di malattie di tipo degenerativo si cerca di capire come preservare questa importante funzione".

Non c’è anche una sorta di gara con la memoria del computer con cui siamo perennemente in contatto e che fa sembrare inefficiente la capacità umana di ricordare?

"Forse sì, tant’è che nei nostri corsi è d’obbligo rassicurare le persone ed evidenziare che certe dimenticanze rientrano nella normalità, soprattutto ad una certa età. Ma anche che l’efficienza della memoria si può accrescere".

Lei si rivolge ad un pubblico ultra sessantenne, quanto incid e il peso dei ricordi di una lunga vita nella difficoltà di ricordare?

"La memoria umana è immensa, non si sovraccarica, i ricordi possono continuare ad accumularsi. Quello che incide è che più si va avanti più è difficile immagazzinare nuove informazioni poiché diminuisce progressivamente ciò che è in grado di colpire la nostra attenzione. Più a lungo si vive, meno curiosità ci catturano".

Quando le defaillance della memoria costituiscono un segnale patologico?

"Non è semplice da definire tant’è che, in casi sospetti, ad un primo esame ne segue un altro a distanza di due anni poiché all’inizio i sintomi si possono confondere. Tuttavia il segno più importante è l’incapacità di immagazzinare cose nuove tanto da ripetere le stesse informazioni a distanza di pochi minuti poiché non si riesce a fermarle nella propria memoria. Ma questa è un sintesi non del tutto esauriente".

Tra i partecipanti al corso ci sono familiari di persone ammalate di demenza.

"Si, e non è tanto per capire cosa succede nella mente di chi si ammala, ma la paura che succeda anche a loro, magari dopo che ne hanno visto gli effetti devastanti. L’obiettivo di chi partecipa è quello di rinforzare la mente in modo che, se malauguratamente ci si ammala, si possa affrontare meglio la malattia. L’attività mentale è come quella fisica, più ne facciamo e meglio è".

Come si articola la «ginnastica per la memoria»?

"Il memory training, questo il metodo, allena il cervello e va a rinforzare le funzioni della memoria. Il cervello è molto simile a un muscolo: più viene utilizzato e più sviluppa potenzialità".

Avete avuto la possibilità di verificarne l’efficacia?

"Sono 20 anni che lo facciamo e i risultati sono positivi. Alla conclusione del corso, e nei sei mesi successivi, si evidenziava un miglioramento, testato anche sulla base di un protocollo regionale. Fare attenzione alla memoria vuol dire usarla meglio".