RAFFAELLA CANDOLI
Cronaca

Oreste di Euripide all’arena plautina. Pino Quartullo scruta Dei e umani

Stasera a Sarsina la tragedia diretta da Alessandro Machìa con Marco Imparato nelle vesti dell’eroe greco

Pino Quartullo nei panni di Apollo nella tragedia ‘Oreste’ di Euripide, questa sera all’Arena Plautina di Calbano a Sarsina

Pino Quartullo nei panni di Apollo nella tragedia ‘Oreste’ di Euripide, questa sera all’Arena Plautina di Calbano a Sarsina

‘Oreste’, la tragedia greca composta da Euripide nel 408 a.C., è lo spettacolo di scena stasera alle 21.15, all’arena plautina di Calbano di Sarsina. Nome di richiamo del cast (‘Làros di Gino Caudai e Compagnia Zerkalo’), diretto da Alessandro Machìa, è Pino Quartullo, attore e regista, noto al grande pubblico e nel circuito teatrale italiano. Doppio il ruolo che Quartullo ricopre, quello di Tindaro e di Apollo: Tindaro, nonno materno del protagonista, è figura di grande autorità morale che condanna con fermezza Oreste (Marco Imparato) per l’uccisione della madre Clitennestra, sostenendo che non si può giustificare un matricidio, neanche come vendetta per l’assassinio di Agamennone. Apollo incarna la legge divina, che può sovvertire quella umana e imporre una soluzione dall’alto. Infatti, Apollo, che aveva spinto Oreste all’uccisione della madre, è lo stesso che poi, deus ex machina, gli evita la condanna a morte, ordina la riconciliazione e un matrimonio tra Oreste ed Ermione. Vedere lo stesso volto e la stessa voce di Pino Quartullo passare da Tindaro ad Apollo crea un cortocircuito visivo e simbolico: l’autorità terrena e quella celeste rappresentano due facce della stessa medaglia. Il testo esplora in profondità il senso di colpa, la giustizia umana e divina, nonché le dinamiche psicologiche di un uomo tormentato per un atto contro natura.

Euripide mette in discussione i fondamenti stessi della catarsi tragica e del ruolo degli dèi nella vita dell’essere umano. La tragedia è stata composta in un periodo tardo della produzione euripidea, e si distingue per il tono cupo, il ritmo incalzante e una rappresentazione spesso spietata della società e della politica greca del tempo. "L’Oreste di Euripide – spiegano le note di regìa – è la libera e corrosiva rilettura di uno dei miti più rappresentati nel teatro tragico. Vicenda cupa e angosciosa dal finale solo apparentemente lieto, questa tragedia è una delle più riuscite prove drammaturgiche di Euripide. "Uno spettacolo che non potrete perdere – assicura Pino Quartullo – vi sorprenderà scoprire come gli Dei si occupano degli uomini".

Domani sera, sempre nella splendida cornice dell’Arena Plautina, alle 21.15, andrà in scena ‘FRA, San Francesco, la superstar del Medioevo’, di e con Giovanni Scifoni, con le musiche originali di Luciano Giandomenico e la regia di Francesco Ferdinando Brandi. I biglietti per lo spettacolo di domani sono disponibili su Ticketsms.

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