ELIDE GIORDANI
Cronaca

Più servizi o depotenziati?. Bufera sulle riforme

Fratelli d’Italia contesta duramente l’istituzione dei ‘Cau’. Critiche dalla Uil. L’Ausl: "Improprio e pericoloso parlare di pronto soccorso nei piccoli centri".

Più servizi o depotenziati?. Bufera sulle riforme

Più servizi o depotenziati?. Bufera sulle riforme

Navigano tra le critiche e i distinguo le aperture dei nuovi Cau nel comprensorio cesenate. Non piacciono a Fratelli d’Italia, scontentano il sindacato Uil, suscitano perplessità tra gli utenti disorientati dall’autodiagnosi attraverso cui operare la scelta tra Cau e pronto soccorso. I rappresentanti del partito di Giorgia Meloni hanno indirizzato strali a raffica sui due fronti, quello di Cesenatico ("Grave depotenziamento dei servizi…") e quello di Mercato Saraceno ("Il Pd abbandona le aree periferiche…").

Su Cesenatico si appuntano i giudizi negativi di Emilio Zarrelli, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale: "L’Ausl Romagna si rifugia nei tecnicismi per non farsi capire dalla gente, ma il triste epilogo a Cesenatico è purtroppo noto: un ospedale con Pronto soccorso a cui sono stati tolti via via funzioni, reparti e specializzazioni, il Ps che diventa Punto di primo intervento e che ora viene trasformato in Cau, offrendo praticamente una visita dal medico di famiglia. E questo per una città di 26mila abitanti su cui in estate gravita mezzo milione di turisti". Su Mercato Saraceno c’è un tripla bocca di fuoco, Cesare Polidori, coordinatore di Fratelli d’Italia della Valle del Savio, Valerio Bernabini, coordinatore comunale di FdI e Nicholas Pellegrini, coordinatore provinciale di Gioventù Nazionale e consigliere comunale: "Ci troviamo davanti all’ennesima ristrutturazione della sanità portata avanti dalla Regione che, ancora una volta, penalizza le aree interne. Inoltre al paziente spetta la difficile scelta di capire a chi rivolgersi: Cau o Pronto Soccorso? La faccenda dell’autodiagnosi non sta in piedi e davanti a una persona che non sta bene è facile immaginare dove questa si recherà".

Non è più tenero il sindaco Uil: "Una storia già vista, quando si era passati dai Punti di Primo Intervento ai Punti di Primo Accesso che avevano obbiettivi simili a quelli dei Cau e che non hanno risolto il problema. Bisogna continuare a garantire l’esistenza dei Punti di Primo Intervento e non riorganizzarli depotenziandoli. Bisogna far sì che i medici di base intensifichino la loro attività e non creare dei centri di emergenza col limitatore di velocità. Una riorganizzazione che incide su Emergenza e Urgenza dovrebbe avere da parte di tutti maggiore attenzione mettendo al centro la persona e non una presa d’atto di una deriva che va contrastata con ogni mezzo: la privatizzazione del nostro Sistema Sanitario Nazionale".

A tutti risponde la dottoressa Raffaella Francesconi, responsabile del Programma Emergenza-Urgenza dell’Ausl Romagna: "I bisogni a bassa complessità che saranno presi in carico dai Cau rappresentano già oggi la stragrande maggioranza degli accessi. E già oggi il Punto di Primo Intervento di Cesenatico eroga come urgenti differibili il 92 per cento dei casi". In più, secondo la dottoressa Francesconi, parlare di pronto soccorso della costa al posto del Cau di Cesenatico "è improprio e pericoloso" poiché un Ps presuppone un’offerta complessa di servizi che "non può essere presente nei piccoli presidi territoriali". Infine l’Asl annuncia il monitoraggio dell’attività dei Cau, sia attraverso la valutazione dei pazienti che dei professionisti coinvolti.