
Protesta in Comune "Per l’alluvione a S.Andrea in Bagnolo è mancata l’allerta"
Si poteva intervenire meglio per evitare il disastro dell’alluvione. Lo sostengono alcuni residenti della frazione di Sant’Andrea in Bagnolo, quella più colpita dall’alluvione del quartiere Dismano, in una lettera inviata al sindaco Enzo Lattuca e all’amministrazione comunale di Cesena. "Eravamo presenti alla seconda seduta della commissione speciale – affermano i firmatari residenti nelle strade danneggiate, da via Savio di Sant’Andrea a via Mensa e altre – e gli interrogativi emersi sono stati più che le risposte, uniti al timore che la periferia sia lasciata da sola o venga trattata in modo marginale rispetto ad altri territori".
"Nella prima stesura della cartografia del territorio allagato – iniziano le rimostranze – Sant’Andrea in Bagnolo, pur duramente colpita, non era stata nemmeno ricompresa. Lo è stata dopo le rimostranze di cittadini e consiglieri del Dismano, che ringraziamo". "La prima ondata – prosegue la lettera – qui è arrivata ore dopo rispetto alla zona tra i ponti Vecchio e Nuovo, il 16 maggio alle 21.30 con allagamenti in molte case. La seconda, più intensa, alle 6 del mattino dopo. Perché non è stato dato alcun allarme con il megafono come successe nel 2019 quando già nel primo pomeriggio il sottopasso autostradale di via Almerici-via Fiume di Sant’Andrea, punto di osservazione della Protezione Civile, era già allagato? Perché la zona a valle di Cannuzzo, è stata evacuata e quella a monte di Pievesestina-e Sant’Andrea in Bagnolo no? Perché non è stato inserito un altro punto di osservazione sulSavio in via Fornace, dove il fiume è esondato come nel 2005?". I quesiti proseguono incalzanti. "C’è stato un coordinamento con il gestore della diga a valle del cesenate, a Mensa Matellica? Perché il progetto del rialzo dell’argine di sinistra dove il fiume è esondato, gara a luglio 2022, è stato avviato solo dopo l’alluvione? È in previsione un innalzamento dell’argine a difesa di Pievesestina e Sant’Andrea in Bagnolo?". Dopo i quesiti pressanti la lettera si conclude con la richiesta " di non concedere l’autorizzazione per la coltivazione di una cava di sabbia all’altezza di via Calabria di Sant’Andrea a Sant’Andrea in Bagnolo, visti i vari punti di esondazione rottura argini che si sono verificati".
"Non sappiamo chi siano i firmatari di questa lettera e in ogni caso non si sono messi in contatto con il quartiere Dismano – afferma la presidente Lara Bondanini (Pd) –. L’operato dell’amminstrazione comunale e di tutte le forze intervenute nel nostro territorio in quei giorni così difficili a noi è statoall’altezza. Capiamo che chi è stato colpito possa tuttavia essere risentito per i danni subiti". Secondo Fabio Pacifico, vicepresidente del quartiere Dismano (lista Insieme), la lettera è condivisible nel merito. "Non mi convince solo – precisa – la protesta per il mancato passaggio dei megafoni, aspettiva eccessiva, ma per il resto sottoscrivo le osservazioni. Tuttavia ci siamo riuniti al Caffettone di Sant’Andrea in Bagnolo con le famiglie colpite e come quartiere ci impegnammo a fare da filtro con il Comune. Peccato non essere stati messi al corrente della lettera".
"Abito in via Savio di Sant’Andrea – segnala il residente Terzo Lucchi –. So che la raccolta è partita nelle vie colpite, come la mia. Ho subito danni e buttato via i mobili. Quando sono passati non ero in casa e non ho firmato, ma tutto bene non è andato".
Andrea Alessandrini