GIACOMO MASCELLANI
Cronaca

Si torna a parlare di mafia, ma in un convegno

I casi Radici e dell’ex colonia Prealpi hanno toccato profondamente il territorio, al circolo Arci l’incontro col magistrato Carlo Sorgi

Una recente deposizione del sindaco Matteo Gozzoli al processo Radici

Una recente deposizione del sindaco Matteo Gozzoli al processo Radici

In riviera si torna a parlare di mafia. Accadrà giovedì sera, alle 20.45, nel salone del Circolo Arci Borella di Cesenatico, dove si terrà un incontro sul tema "Cose di Casa Nostra, mafie nel territorio e beni confiscati". Interverranno Franco Ronconi dell’associazione Libera di Forlì-Cesena, il magistrato Carlo Sorgi ed il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli. È l’occasione per affrontare due argomenti in cui il territorio romagnolo è stato toccato da attività malavitose. Il più recente è l’operazione Radici, con il processo sulle infiltrazioni di uomini legati alla ‘Ndrangheta calabrese, che dal 2018 al 2022 hanno acquistato diverse attività a Cesenatico, Cervia, Bagnacavallo e Imola, fra bar, pasticcerie, ristoranti e alberghi. Nel far partire le indagini ha avuto un ruolo importante il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli, che segnalò alla Prefettura di Forlì e al Commissariato di polizia di Cesena, la sua preoccupazione in relazione agli investimenti anomali di alcune persone, e riferì anche delle minacce subite da un agente della polizia locale durante la verifica in un’azienda, da dipendente di Hera e da un funzionario dell’ufficio commercio del Comune.

Lo scorso gennaio il tribunale di Ravenna, dove si svolge il processo sull’operazione Radici, in cui ebbero un ruolo importante la Tenenza della Guardia di Finanza di Cesena e la Polizia di Cesena, su 22 persone finite alla sbarra ne ha condannate 21 in primo grado, con il Collegio penale del tribunale di Ravenna presieduto dal giudice Cecilia Calandra, che ha confermato l’impianto accusatorio, dimostrando la sussistenza della gran parte dei reati contestati. L’altro episodio che riguarda sempre la riviera, risale ad oltre un quarto di secolo fa, agli anni Novanta, quando alcuni malavitosi misero le mani sull’ex colonia Prealpi di Villamarina di Cesenatico. Nel 2001 venne confiscata dal tribunale di Roma ad una società fittizia, che custodiva alcuni beni della Banda della Magliana. La colonia passò poi dallo Stato alla regione Emilia-Romagna e nel 2004 dalla Regione al Comune di Cesenatico, in base alla legge sui beni confiscati alle mafie e alla criminalità organizzata, dietro il vincolo di destinarlo a finalità sociali di rilevo.

Per diversi anni la superficie della Prealpi è stata utilizzata a parcheggio da alcuni albergatori di Villamarina e contestualmente è iniziato un percorso che fra tante peripezie, ostacoli e problemi di varia natura, ha avuto una svolta a fine 2020 e si è concluso quest’anno con la realizzazione da parte di Acer e del Comune di 18 appartamenti da destinare ai nuclei familiari a basso reddito. Entrambi questi fatti, l’operazione Radici e la vicenda della colonia Prealpi, dimostrano che la mafia c’è anche in riviera, ma testimonia anche che ci sono gli anticorpi per combatterla, dall’impegno delle forze dell’ordine al coraggio di sindaci come Matteo Gozzoli. Giacomo Mascellani