
Cesena, 20 aprile 2023 – Non si ferma al Bufalini l’applicazione di tecniche innovative nella battaglia contro il cancro. In questi giorni è stato eseguito il primo intervento di rimozione di un tumore del peritoneo (ossia la membrana che riveste tutti gli organi addominali) utilizzando sia il robot che una sofisticata tecnica che diffonde direttamente nel peritoneo farmaci chemioterapici a una temperatura di 41/42 gradi. La tecnica si chiama ‘Hipec robotica’ e permette ai farmaci di penetrare direttamente nel residuo di cellule tumorali non asportate, che quasi sempre rimangono all’interno del peritoneo.

Il delicato e complesso intervento è stato effettuato dai team dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale e d’Urgenza diretta dal dottor Fausto Catena e dell’Unità operativa di Anestesia e Rianimazione diretta dal professor Vanni Agnoletti, nell’ambito del Dipartimento di Chirurgia e Grandi Traumi diretto dal dottor Carlo Lusenti, con il coinvolgimento simultaneo di tanti professionisti dell’Ausl Romagna. "L’Hipec robotica - spiega il dottor Catena - è una procedura chirurgica di notevole complessità, eseguita in pochi altri centri; normalmente questa tipologia di intervento consiste nell’asportazione del tumore attraverso la chirurgia tradizionale aperta con una grande incisione chirurgica laparotomica e successivamente l’addome viene perfuso con un liquido ad alta temperatura contenente farmaci chemioterapici (Hipec) nell’intento di distruggere eventuali residui microscopici tumorali".
“In questo caso, però - spiega il primario - abbiamo eseguito per la prima volta questa nuova procedura chirurgica che ha previsto l’asportazione del tumore utilizzando il robot, con un approccio chirurgico mininvasivo ad alta precisione. I vantaggi sono consistenti perché la chirurgia mininvasiva è fonte di minore stress chirurgico e il paziente ha una ripresa più rapida, minor dolore postoperatorio e una migliore risposta immunitaria alla malattia. L’intervento ha avuto un esito ottimale ed il paziente è già tornato a casa". Non è la prima volta che il robot viene impiegato nella chirurgia antitumorale. A novembre dell’anno scorso con questa tecnica sono state effettuate con successo rimozioni di tumori della prostata e del colon. Il robot chirurgico è una macchina con quattro braccia "comandate - spiega il dottor Carlo Lusenti che lo ha impiegato in un’operazione per l’esportazione di un tumore prostatico - da una stazione staccata, sia dal paziente che dal robot, da cui il chirurgo opera attraverso uno scherno e alcune leve di comando". "L’impiego del robot - chiarisce il dottor Vanni Agnoletti - non contrasta con l’attività ordinaria della chirurgia, si aggiunge a quella che già stiamo conducendo, con uno sforzo in più per poter portare avanti questa importante sperimentazione. L’anestesia peraltro è la medesima".