
Mariangela Gualtieri
Mariangela Gualtieri vince il premio di poesia Viareggio-Rèpaci edizione 2025. Una notizia che inorgoglisce la città, da sempre attenta ai successi della sua poetessa più intensa ed apprezzata oltre i confini cittadini.
La giuria, presieduta dallo storico e giornalista Paolo Mieli, lo ha annunciato ieri, al termine di una selezione particolarmente combattuta che quest’anno ha visto ben quattro opere accedere alla finale in una rara situazione di ex aequo.
La silloge vincitrice, come i precedenti libri di Mariangela Gualtieri pubblicati da Einaudi, "si apre e si chiude - sottolinea la giuria nelle motivazioni - con poesie che toccano il tema della ruvidezza. Ma nelle poesie civili che chiudono la raccolta l’indignazione sembra prevalere. All’interno di questa cornice, però, c’è il tesoro del selvatico, ci sono segni del sacro, c’è soprattutto il miracolo del silenzio".
Mariangela Gualtieri cosa c’è di nuovo rispetto alla sua poetica nella raccolta vincitrice "Ruvido umano"?
"La novità è rappresentata dalla parte dedicata alla poesia civile, influenzata da questi ultimi anni così intensi ed anche catastrofici, che testimonia questo presente più di altri miei libri. Poi è il tempo giudicherà se avrà tenuta o no. E’ un libro a cui sono legata, ovviamente, come sempre succede per l’ultimo che si è scritto".
Sorpresa della vittoria?
"Con questa sono stata nella terzina finale del Viareggio per quattro volte e, non so perché, le altre volte non l’ho vinto e questa sì. Pensavo che avrebbe vinto Maurizio Cucchi, e invece no, questa volta la giuria ha scelto la mia opera. Tra l’altro non è un premio partecipativo ma è la giuria che sceglie i libri da proporre in concorso, questo garantisce una certa qualità delle pubblicazioni in gara. Ma vuol dire anche che ciascun giurato ha portato i suoi libri preferiti, i suoi amori, le sue scelte".
Cosa significa per un poeta ricevere un riconoscimento del genere?
"Non può che rappresentare un piacere anche se io non do molta importanza ai premi. Dispiace molto quando non si vince e si è un solo po’ contenti quando si ottiene la vittoria. Ma non sono i premi che fanno felici".
Non è fondamentale l’apprezzamento del pubblico per chiunque scriva?
"Certo. Ma io scrivo perché devo. Se non lo facessi starei male. Poi in teatro scrivo per degli attori, per qualcuno che non sono io, dunque. Fa piacere, come in questo caso, il consenso di critici di grande autorevolezza e di una giuria scelta con criteri rigorosi come quella del premio Viareggio. L’apprezzamento del pubblico lo sento nei miei riti sonori. Martedì ero a Roma al Festival delle Letterature ed è stato bellissimo. La gioia di incontrare il pubblico è come dare da mangiare a chi ha fame. Non c’è niente di più bello e utile".
In quali programmi è impegnata attualmente?
"Sono tutta concentrata su un nuovo spettacolo con Cesare Ronconi per il Teatro Valdoca che si chiamerà Bestemmia".

