Bimbo morto poco dopo il parto. "Disposta un’indagine interna"

Il piccolo era venuto al mondo da pochi minuti con un cesareo: inutili i disperati tentativi di rianimarlo. Il direttore del Dipartimento Pelagalli: "Se i genitori daranno il consenso, procederemo con l’autopsia"

L’ingresso dell’ospedale di Civitanova: la tragedia si è consumata nella notte tra domenica e ieri (foto De Marco)

L’ingresso dell’ospedale di Civitanova: la tragedia si è consumata nella notte tra domenica e ieri (foto De Marco)

Civitanova, 13 febbraio 2024 – Un neonato è morto in sala parto all’ospedale di Civitanova. Il dramma si è consumato nella notte tra domenica e ieri, nonostante i tentativi di rianimazione ripetutamente attuati dai medici e da tutti gli operatori sanitari presenti. La madre è una donna di 36 anni, di origine nordafricana, mentre il papà è un civitanovese; il bimbo, che dalla nascita è rimasto in vita per cinque/dieci minuti, pesava poco più di 3,8 chili. Un evento che ha lasciato tutti nello sconcerto e rispetto al quale sarà ora necessario fare dei necessari approfondimenti.

“Senza dubbio. È già stata avviata un’indagine interna da parte dell’Azienda, che per prima ha interesse a fare la massima chiarezza", sottolinea Mauro Pelagalli, direttore del Dipartimento materno infantile dell’Ast di Macerata. Che cosa è accaduto? "È accaduto che una donna, alla 35esima settimana di gravidanza, è stata presa in carico dall’ospedale, come da prassi consolidata, come si fa in tutti i casi. Al momento del parto, il travaglio si è presentato lungo e senza che, con il passare del tempo, si evidenziassero progressi. Così si è deciso di procedere con il taglio cesareo, una modalità a cui, in queste condizioni, si ricorre ordinariamente. Dopodiché il bambino è nato. Ma è subito apparso chiaro che c‘erano dei problemi. Il bimbo è nato ipotonico, con ridotto tono muscolare, testolina penzolante e una accertata bradicardia. C’erano tutti i medici previsti, vale a dire ginecologi, anestesisti, ostetriche, rianimatori pediatrici, che hanno prestato tutte le cure del caso, seguendo le regole dei protocolli. In generale, in seguito a questi trattamenti, l’evoluzione è positiva, il bambino si riprende. Non questa volta, purtroppo, poiché è andato in arresto cardiaco, e sono risultati inutili i tentativi di rianimarlo".

Pelagalli chiarisce poi che si trattava di "una gravidanza classificata a rischio intermedio. Dalle informazioni a nostra disposizione è stato seguito un percorso coerente con le linee guida in una struttura, quale quella di Civitanova, dotata di personale qualificato e di strumentazione d’avanguardia, dove l’anno scorso sono stati registrati oltre 700 parti. Nulla lasciava presagire quanto, purtroppo, è accaduto. Ora si cercherà di capire che cosa è successo". In che modo? "L’Ast ha già avviato una indagine interna e si procederà, se ci sarà il consenso della famiglia, all’effettuazione dell’autopsia. Questa è particolarmente importante per capire la causa della morte del bambino, ma anche per estrapolare le condizioni in cui si è verificata che, magari, potrebbero riproporsi in una successiva gravidanza. Si acquisirebbero informazioni a tutela della donna, mettendola così al riparo dal rischio di rivivere questa drammatica esperienza". Non è da escludere che, sulla base egli esiti dell’autopsia, possano esserci ulteriori sviluppi della vicenda.