Bologna, 30 giugno 2021 - I capelli del ragazzo di 16 anni reo confesso dell'omicidio di Chiara Gualzetti sono stati trovati nelle mani della ragazza. È un dettaglio emerso dal sopralluogo medico legale e che fa pensare che la quindicenne abbia tentato un'estrema difesa, prima di soccombere all'assassino che l'ha colpita a coltellate, a pugni e a calci. "Gesto efferato, disumano, quasi bestiale". E poi: "Ragazzo spietato e lucido, nessuna follia". E parla di ferocia, Giovanni Annunziata, l'avvocato della famiglia Gualzetti, la quindicenne di Monteveglio (Bologna) assassinata domenica nel parco dell’Abbazia, a poche centinaia di metri dalla sua casa.
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Intanto, sul profilo Instagram del ragazzo, aperto al pubblico con alcuni selfie, sono comparsi messaggi di rabbia e odio: decine e decine di insulti e minacce, anche di morte. A quelli che erano i vecchi post del ragazzo c'erano anche i 'cuori', i 'mi piacè dall'account della vittima Chiara.
Il giudice, dopo due ore di interrogatorio di garanzia, ha deciso di convalidare il fermo e ha disposto che il sedicenne accusato dell'omicidio premeditato della ragazzina resti in cella, nel carcere minorile del Pratello di Bologna. Il ragazzino ha risposto alle domande ribadendo le dichiarazioni fatte nell'interrogatorio davanti agli inquirenti, nelle quali aveva confessato il delitto.
Secondo la ricostruzione della procura Chiara è stata "colpita ripetutamente" dall'amico sedicenne con una serie di fendenti "portati sia di punta che di taglio" con un coltello da cucina. Il ragazzo è uscito da casa, domenca mattina, portando il coltello con sé: questo è uno dei particolari su cui si basa l'accusa di premeditazione.L'appuntamento era alle 9, alle 10 - ipotizza la procura in attesa degli esiti dell'autopsia - Chiara era morta.
"Sono ancora in una bolla, non so come sta mio figlio", ha detto stamattina la madre del giovane indagato. Il suo avvocato, Tanja Fonzari, ha già annunciato che chiederà, per il suo assistito, una perizia psichiatrica. Il giovane, stando a quanto rivelato dai genitori e da lui stesso in sede di interrogatorio, da qualche tempo era anche seguito da uno psicologo, ma non era mai stato seguito dai servizi sociali né emergono, dal suo passato, episodi di squilibrio e violenza.
La famiglia di Chiara Gualzetti ha nominato l’avvocato Annunziata, il quale stamattina si è presentato davanti al tribunale per i Minori al Pratello, dove si sta tenendo l’udienza di convalida del giovane indagato. “La nostra attenzione è mirata a ricostruire la violenza dei colpi inferti su Chiara e la modalità del colpo mortale: è stato un gesto efferato, disumano, quasi bestiale”, afferma.
Sulle chat nel mirino degli inquirenti, anticipa di intendere nominare un consulente informatico, “soprattutto per recuperare quelle cancellate dal ragazzo”. Per cui la difesa ora chiede la perizia psichiatrica: “Non ci opporremo, è giusto sgombrare il campo da questa ipotesi difensiva - prosegue il legale -: non conosco la storia del giovane, ma non ci risultano certificati di psicopatia o psicopatologia. A noi interessa porre l’accento sull’efferatezza e la ferocia del suo gesto, compatibili con una pianificazione e una condotta chiara e univoca, non sulle vie di fuga della difesa”.
L’autopsia sul corpo di Chiara è fissata per dopodomani, oggi l’incarico peritale si consulenti. “Lei si fidava di lui - chiude l’avvocato Annunziata - e anche i suoi genitori lo conoscevano e si fidavano. Il ragazzo è stato spietato, e nella lucidità dei suoi gesti non vedo follia”.
L'appuntamento e poi la trappola. "Sono state le voci a dirmi di ucciderla"
Chiara, domenica mattina, pensava di uscire per un appuntamento con il ragazzino che le piaceva. Lui invece voleva ammazzarla. Lui aveva già premeditato tutto: uscito da casa col coltello, l’ha colpita quattro volte prima di finirla a calci.
"Sono state delle voci che sento a dirmi di farlo. Voci che mi dicono di fare cose sempre più cattive", ha detto il sedicenne ai carabinieri della compagnia di Borgo Panigale, guidati dal capitano Riccardo Angeletti, e al pm dei minori Simone Purgato. "Un po’ come nella serie Netflix ’Lucifer’", ha aggiunto.
Ma il padre di Chiara, Vincenzo Gualzetti, è perentorio: "È stato un mese sul furgone con me. Non ha mai visto demoni, né spiriti. Questo è un alibi che si sta creando". Proprio Vincenzo aveva insegnato il mestiere di elettricista, nel corso di uno stage, all’assassino di sua figlia. "Non vedeva nessun demone, all’epoca", ha ribadito.
L'inchiesta, ultime notizie
La procura disporrà accertamenti su smartphone e sugli altri apparati elettronici sequestrati a casa del 16enne. Pc, tablet, che potranno raccontare quello che ancora resta da capire in questa tragedia.
La procura, che oggi conferirà anche l’incarico per l’autopsia sul corpo di Chiara, continua anche ad ascoltare altri adolescenti, amici di vittima e carnefice. In particolare, i componenti di una chat di gruppo (si tratta di meno di una decina di persone, quasi tutte minorenni) in cui erano inseriti anche la ragazzina e l’indagato, e in cui si sarebbero discussi anche argomenti macabri, come la morte o il suicidio.
La fiaccolata per Chiara Gualzetti
Per questa sera, a Monteveglio, è stata organizzata una fiaccolata, per ricordare Chiara, la quindicenne dal sorriso timido strappata alla vita troppo presto. Oggi nel comune del bolognese è stato proclamato il lutto cittadino.
L'omicidio di Monteveglio: le tappe
Chiara Gualzetti, avrebbe compiuto 16 anni tra un mese. Domenica mattina esce da casa sua, in via dell’Abbazia a Monteveglio, assieme a un amico sedicenne e si allontanano verso il vicino parco dell’Abbazia. L’ultima volta la ragazzina viene vista in un chioschetto, poi di lei si perde ogni traccia.
I genitori di Chiara, nel pomeriggio di domenica, danno l’allarme: la 15enne non si trova e ha il cellulare spento. I carabinieri setacciano la zona. Solo il pomeriggio del giorno dopo, lunedì 28 giugno, verrà ritrovato il corpo nel parco dell’Abbazia da alcuni volontari, a quasi un chilometro da casa sua.
Chiara ha il volto tumefatto e presenta ferite da taglio al collo e al petto. I militari interrogano per ore il ragazzino che era uscito con lei. La sera, dopo che i militari gli mostrano le chat, confessa l’omicidio: "Era invaghita di me, mi infastidiva", dice.
L’accusa per il 16enne è omicidio premeditato: il ragazzino si sarebbe presentato all’appuntamento con Chiara munito di coltello. L’arma è stata poi ritrovata insanguinata a casa sua, assieme ai suoi vestiti sporchi. Lui aveva gettato il cellulare di lei lungo le sponde di un torrente che passa nei pressi di casa sua, in una frazione tra le colline del Comune di Valsamoggia.