Coronavirus Emilia Romagna, supermercati chiusi la domenica

Bonaccini firma una nuova ordinanza: farmacie ed edicole restano aperte. Nuove regole per i rifiuti

Coronavirus, supermercati chiusi la domenica in Emilia Romagna (Foto Imagoeconomica)

Coronavirus, supermercati chiusi la domenica in Emilia Romagna (Foto Imagoeconomica)

Bologna, 21 marzo 2020 - Chiusi i supermercati la domenica, così come ogni tipo di mercato e mercatino, compresi i punti vendita di alimentari sia nei primi che nei secondi. E questo già a partire da domani, 22 marzo. Lo dispone l’ordinanza firmata questa mattina dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, varata per rafforzare le misure di contrasto alla diffusione del Covid-19. L’atto resterà in vigore fino al prossimo 3 aprile.

Contagi e decessi L'aggiornamento del 21 marzo

Le schede Le regole in casa per scarpe e vestiti – Il farmaco - PDF / Nuovo modulo per l'autocertificazione - Come capire se si è a rischio L’ordinanza regionale prevede che, ad esclusione di faramacie, parafarmacie ed edicole, nei giorni festivi vengano sospese tutte le attività di commercio al dettaglio e all’ingrosso, comprese le attività di vendita di prodotti alimentari, sia nell’ambito degli esercizi di vicinato che delle medie e grandi strutture di vendita, anche quelli ricompresi nei centri commerciali o nelle gallerie commerciali. Inoltre, sono sospesi i mercati ordinari e straordinari, i mercati a merceologia esclusiva, i mercatini e le fiere, compresi i mercati a merceologia esclusiva per la vendita di prodotti alimentari e più in generale i posteggi destinati e utilizzati per la vendita di prodotti alimentari.

“Sulla vendita di alimentari, si tratta di una misura condivisa dalla più parte delle Regioni e che qui in Emilia-Romagna era già stata annunciata autonomamente da alcuni grandi gruppi di distribuzione - afferma il presidente Stefano Bonaccini -, che avevano previsto una sospensione per le prossime due domeniche o, in altri casi, una riduzione dell’orario. Le lavoratrici e i lavoratori del settore hanno operato in queste settimane in condizioni molto difficili e in modo continuativo: mi pare sacrosanto garantire anche a loro il meritato riposo. Anche per quanto riguarda i cimiteri, sappiamo di chiedere alle persone un sacrificio, ma l’obiettivo è ridurre ulteriormente gli spostamenti, le uscite e le occasioni di contatto. Non c’è altro modo per fermare il contagio- chiude- e faccio appello alla responsabilità di tutti”.

Il provvedimento prevede infatti anche la chiusura al pubblico dei cimiteri comunali, garantendo, comunque, l’erogazione dei servizi di trasporto, ricevimento, inumazione, tumulazione, cremazione delle salme.

L'ordinanza

Chiuse le aziende a Rimini

Sono quasi le dieci di sera, quando arriva l’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che mette il ‘coprifuoco’ al Riminese o quantomeno inasprisce ulteriormente le restrizioni che erano già state prese. Sospensione pressoché generalizzata delle attività economiche, ad esclusione di quelle essenziali, rafforzamento dello stop a tutte le attività sociali, riassetto completo della mobilità per potenziare i controlli.

Chiudono banche, tabaccai, lungomari e già da oggi la mobilità verrà sostanzialmente modificata. Molte strade secondarie saranno chiuse per convogliare il traffico lungo le principali direttrici della provincia e consentire controlli più efficaci da parte delle forze dell’ordine che dovranno presidiare anche i confini. Per farlo, la Prefettura ha già chiesto al Governo un adeguato potenziamento di uomini e mezzi.

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Nel dettaglio: "Viene disposta la sospensione delle attività produttive di beni e servizi da parte di persone fisiche e aziende. Sono escluse le attività produttive di beni alimentari e di quelle con accertate esigenze di produzione finale e di spedizione di prodotti giacenti in magazzino, a condizione che operino eslusivamente attraverso l’attuazione di idonei protocolli che prevedano misure di prevenzione al contagio. Quali, impiego di personale proveniente dal distretto sanitario della provincia di Rimini, mascherine, guanti e kit, sistematica sanificazione degli ambienti di lavoro, distanza tra le persone superiore a un metro e mezzo, scaglionamento degli orari d’ingresso, impiego del personale strettamente limitato al contingente essenziale, chiusura degli accessi a persone che non hanno rapporto di lavoro con le aziende, divieto di riunioni e chiusura di tutti i luoghi di aggregazione".

Restano aperti invece "idraulici e meccanici, farmacie, parafarmacie, negozi di generi alimentari, fornai, rivenditori di mangimi per animali, edicole, distributori di carburante, il commercio al dettaglio di materiale per ottica, la produzione agricola e l’allevamento, i servizi di rifornimento di distributori automatici di sigarette, di riforimento delle banconote agli sportelli bancomat e postamat, le attività di trasporto connesse al rifornimento di beni essenziali".

Per quanto riguarda la spesa, la conferma che "solo una persona per nucleo familiare può accedere agli esercizi commerciali, fatta eccezione per la necessità di dover recare con sè minori o anziani". Chiusi parchi pubblici, arenili e lungomari, aree sportive e adiacenti al mare e divieto di utilizzo delle relative strutture". E’ ammessa l’attività agricola solo con personale residente, o comunque presente nel territorio provinciale. Sospesi i cantieri. Tutti chiusi "a eccezione di quelli urgenti, connessi ai lavori di messa in sicurezza del territorio e a quelli relativi a opere pubbliche di somma urgenza".

Sul fronte del trasporto pubblico locale ci sarà una temporanea riduzione delle linee con eventuale soppressione o limitazione degli orari delle corse di linea.

L’ordinanza di Bonaccini, spiega la Regione, "arriva dopo la relazione inviata dal direttore generale dell’Ausl Romagna che chiede un intervento straordinario in tema appunto di ‘contenimento e distanziamento sociale’ nel territorio provincale, alla luce di una ‘preoccupante evoluzione epidemiologica del Codiv 19 nei territori dei due distretti sanitari di Rimini.

Una situazione che rischia di mettere ‘in gravissima difficoltà i presidi ospedalieri dell’intera area". Ma ci sono anche alcuni territori della Provincia, quali Cattolica, San Giovanni in Marignano, Riccione, San Clemente, Morciano e Misano caratterizzati da una particolare incidenza di contagio calcolata nel rapporto tra popolazione positivi al virus, i quali confinano con la provincia di Pesaro-Urbino, con il quale "esiste una assicua mobilità di interscambio. Provincia che a sua volta presenta un numero di positivi altrettanto importante e in costante aumento".

"Il presidente Bonaccini – continua la Regione – ha agito poi sulla base di un documento dei sindaci del riminese che chiedeva misure più restrittive delle attività economiche e della mobilità delle persone, fino a prefigurare l’istituzione di una vera e propria nuova zona rossa".

- di ALESSANDRA NANNI

Bare da Bergamo a Ferrara per la cremazione

Una colonna militare questa mattina si è messa in viaggio da Bergamo con 50 bare che saranno portate a Ferrara. I convogli dell'esercito sono stati scortati dai carabinieri del radiomobile fino dal casello autostradale: una volta arrivati, i feretri sono stati distribuiti tra la Certosa di Ferrara e il cimitero di Copparo per la cremazione.

Nuove regole per i rifiuti in Emilia Romagna

C'è una nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che disciplina la raccolta differenziata, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti urbani per ridurre il più possibile il rischio diffusione contagio da Coronavirus. Il nuovo provvedimento recepisce la circolare dell’Istituto superiore di sanità.

In particolare, nelle case dove sono presenti persone risultate positive al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, deve essere interrotta da subito la raccolta differenziata. Tutti i rifiuti domestici dovranno perciò essere messi in due o tre sacchi (uno dentro l’altro), possibilmente utilizzando un contenitore a pedale, al fine di garantire anche la sicurezza degli addetti alla gestione dei rifiuti.

Nelle case invece dove non si sono persone positive al tampone - in isolamento o in quarantena obbligatoria – bisogna continuare a fare la raccolta differenziata con la raccomandazione di buttare eventuali mascherine, guanti, fazzoletti e qualsiasi dispositivo di protezione individuale, sempre nell’indifferenziata.

La Regione recluta medici e infermieri

Da oggi è aperto il bando straordinario della Regione Emilia-Romagna per reclutare medici e infermieri da destinare subito a Parma e Piacenza, le province più colpite dall’emergenza Coronavirus. La procedura d’urgenza è rivolta sia a professionisti attualmente dipendenti del sistema sanitario nazionale - in questo caso l’incarico è subordinato all’assenso del datore di lavoro - o di altre strutture pubbliche o private, sia a professionisti in cerca d’impiego o a specializzandi.

E per non mettere in difficoltà zone già estremamente provate dall’emergenza virus, dal bando sono escluse, oltre ovviamente alle candidature presentate da chi è già impiegato in strutture sanitarie, Case residenze anziani (Cra) e strutture residenziali per disabili (Cssr) dell’Emilia-Romagna, oltre a quelle provenienti da Lombardia e Veneto.

“Tutti coloro che operano nel sistema sanitario stanno facendo un lavoro straordinario, la loro forza e professionalità è sempre di più la base nella sfida per fermare la diffusione della pandemia- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che nel pomeriggio sarà a Piacenza per l’apertura di un ospedale da campo -. In tempi record, abbiamo quindi adottato un bando inedito per rafforzare e sostenere la nostra sanità nelle zone più colpite, sottoposte ogni giorno a una fatica immane.  Lo spirito di abnegazione che viene da medici, infermieri, operatori, così come da medici di famiglia, farmacisti, tutte le professioni sanitarie e dalla protezione civile, ci rende orgogliosi. Allo stesso tempo rappresenta un monito perché ognuno di noi, fuori, rispetti in maniera rigorosa le misure restrittive, a partire dallo stare in casa: dobbiamo farlo anche per loro”.

In particolare, si cercano medici laureati e abilitati all’esercizio della professione con priorità per gli specialisti, gli specializzandi e chi possa documentare qualificate esperienze nelle seguenti discipline: Anestesia e Rianimazione, Malattie Infettive, Malattie dell’Apparato Respiratorio,  Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’urgenza, Medicina Interna, Geriatria, Igiene Pubblica e infermieri in possesso di un titolo di studio abilitante all’esercizio della professione con priorità per chi possa documentare qualificate esperienze nell’ambito delle Terapie Intensive. Possono partecipare anche i cittadini di Paesi dell’Unione Europea come anche i cittadini di paesi non appartenenti all’Unione Europea, in possesso di un regolare permesso di soggiorno in corso di validità. Così come medici e infermieri in pensione.

Il rapporto di lavoro sarà autonomo occasionale, libero-professionale o di collaborazione coordinata e continuativa sulla base della durata e dell’impegno orario che sarà garantito dal candidato.

Cig in deroga estesa a 13 settimane

Sale da un mese a 13 settimane il periodo coperto dagli ammortizzatori sociali messi in campo per ridurre gli impatti negativi su lavoratori e imprese dall’emergenza Coronavirus. E’ stata firmata ieri in Regione, a Bologna, l’integrazione all'Accordo sulla cassa integrazione in deroga sottoscritto il 6 marzo scorso tra amministrazione regionale e parti sociali che compongono il Patto per il Lavoro. L’intesa recepisce quanto previsto dal Decreto legge ‘Cura Italia’ varato nei giorni scorsi dal Governo che amplia il ricorso agli strumenti di tutela. 

Con questa nuova intesa, la cassa integrazione in deroga, che decorre retroattivamente dal 23 febbraio, proseguirà per altre 9 settimane dopo le prime quattro, in scadenza il 23 marzo: in totale, 13 settimane. Possono accedervi tutti i datori di lavoro del settore privato e le unità produttive o operative situate in Emilia-Romagna che non possono ricorrere agli ammortizzatori ordinari, a beneficio dei lavoratori subordinati il cui rapporto di lavoro sia stato sospeso in tutto o in parte, o a cui sia stato ridotto l’orario di lavoro a causa degli effetti economici negativi conseguenti alle ordinanze restrittive anti Covid-19.

Vi accedono anche i datori di lavoro che siano appaltatori di opere o di servizi, mentre sono esclusi i datori di lavoro domestici. In caso in cui il datore di lavoro sia una società cooperativa possono accedere agli ammortizzatori anche i soci lavoratori con contratto di lavoro subordinato. Ai 38 milioni di euro già resi disponibili dalla Regione, si aggiungono i nuovi fondi stabiliti nel Decreto del governo.

Classi virtuali, regione al primo posto

Nell’emergenza che stiamo attraversando si scopre che, anche restando a casa, una delle attività strategiche per il sistema-Paese – la scuola e la formazione, intese nel loro insieme – sta muovendosi in modo positivo, trovando il modo di non far mancare ai ragazzi il diritto all’istruzione. E questo accade, in modo particolare, in Emilia-Romagna.

Ce lo dice una indagine indipendente, realizzata dal noto sito specializzato Studenti.it, secondo il quale l’Emilia-Romagna è la regione italiana che più di altre si è trovata pronta a far fronte ad una situazione eccezionale, data dall’improvvisa impossibilità di condurre le tradizionali lezioni nelle aule scolastiche.

Secondo l’indagine, in Emilia-Romagna la “classe virtuale” è decollata nell’83,9% dei casi, che colloca la nostra regione al primo posto in Italia. Interessanti anche altri due dati che emergono dall’indagine, cioè che i compiti solo da registro elettronico o solo via chat o mail raggiungono un valore percentuale (10.3% nel primo caso, 5.8% nel secondo caso) sostanzialmente basso, indice -spiegano gli esperti- che il modello è virtuoso, in quanto evidenziano come nel nostro sistema scolastico regionale, è ben chiaro cosa è la vera didattica a distanza (il dato alto delle classi virtuali), rispetto ad altre metodologie di lavoro (mail, chat, registro elettronico) che sono certamente utili, ma non possono rappresentare una vera modalità formativa a distanza.