IRMA ALBERTINI
Cronaca

Cosa sono i Cpr per migranti? Il significato

Ecco cosa indica l’acronimo sempre più citato dai media e che riguarda i migranti: in Italia aumenta il loro numero, il nuovo piano del Governo e le ultime reazioni politiche in Emilia Romagna e Marche

Bologna, 20 settembre 2023 – Cosa sono i Cpr? L'acronimo sta per Centro di permanenza e rimpatrio per i migranti. Sono luoghi dove il cittadino straniero può essere trattenuto in attesa di esecuzione di provvedimenti di espulsione.

Secondo i dati del Ministero dell'Interno da giugno 2020 i centri di permanenza per il rimpatrio sono dislocati a Bari, Brindisi, Caltanissetta, Gradisca d'Isonzo (GO), Macomer (NU), Palazzo San Gervasio (PZ), Roma, Torino e Trapani.

Aumenta il numero dei migranti in Italia, il nuovo piano del governo prevede l'apertura di nuovi Centri di permanenza per i rimpatri
Aumenta il numero dei migranti in Italia, il nuovo piano del governo prevede l'apertura di nuovi Centri di permanenza per i rimpatri

A ottobre 2020 è stato riaperto il centro di Milano. Quello di Torino che è attualmente chiuso per ristrutturazione. I centri sono quindi distribuiti in sette regioni (Puglia, Sicilia, Lazio, Basilicata, Friuli Venezia-Giulia, Sardegna e Lombardia) e hanno una capacità di 619 posti.

Secondo i dati forniti dal Garante dei detenuti al momento gli ospiti in totale sono 592, di cui 587 uomini e 5 donne (tutte nel centro di Ponte Galeria a Roma, che è l'unico con una sezione femminile) . L'unica struttura sovraffollata è quella di Trapani, dove al momento si contano 110 migranti su una capienza di 108 posti. I Cpr rappresentano per l'attuale governo la soluzione per rispondere all’aumento del numero dei migranti in arrivo dalle coste africane in Italia. Secondo la Relazione concernente il rimpatrio volontario ed assistito nella gestione dei flussi migratori nel 2021 sono transitati nei Cpr 5.174 migranti. Il piano è quello di avviare, entro due mesi, la costruzione di nuovi Centri di permanenza per i rimpatri.

Le nuove norme sulla gestione dei migranti prevedono tra l’altro l’aumento da 6 a 18 mesi del tempo massimo di trattenimento nelle strutture degli stranieri non richiedenti asilo. Per i richiedenti asilo il limite è 12 mesi. Il governo darà mandato al ministero della Difesa di realizzare nel più breve tempo possibile le strutture per trattenere gli immigrati illegali. A breve la lista delle aree identificate per ospitare i nuovi Cpr sarà pronta. "Almeno uno per regione”, ha le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Sarebbero privilegiate località scarsamente popolate e facilmente recintabili e sorvegliabili. Una volta identificati i luoghi si passerà all’allestimento. Si pensa anche alle caserme dismesse . Ma da molte Regioni arriva un secco no al piano del governo. In primis dal governatore dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.

"Questo è il Governo che parla di autonomia - sottolinea inoltre Bonaccini - e che sta invece centralizzando tutte le decisioni a Roma senza confronto con gli enti locali. Quelle sui Cpr al momento sono parole al vento. Per me di Cpr non se ne parla assolutamente". Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha poi chiamato il presidente al telefono. "Mi sono sentito col ministro Piantedosi, ci siamo detti che ci vedremo a breve", ha detto Bonaccini. Sono almeno dodici i Cpr che dovranno essere realizzati per raggiungere l'obiettivo di un centro in ogni Regione, come indicato da Piantedosi. Al vaglio quindi strutture anche dismesse della Difesa, come ex caserme, in Calabria, Molise, Campania, Marche, Abruzzo, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Liguria, Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta. Nelle Marche sui Cpr è intervemuto il vicepresidente Filippo Saltamartini, assessore con delega alla sicurezza pubblica: "Se il governo chiedesse di avere un Cpr per regione per ridistribuire i migranti? È un tipico strumento di polizia, il governo ha deciso di affidare al ministero della Salute l'individuazione di alcune caserme dismesse, ce ne sono anche nelle Marche. Potrebbe accadere che questa misura sia adottata all'interno della nostra regione, ma è un centro di detenzione amministrativa su cui si sta approfondendo la costituzionalità della misura perché prevede misure restrittive della libertà personale ma è una tipica misura di polizia per identificare persone che accedono al territorio nazionale senza avere un documento d'identità".

"Nei Cpr – spiegano al Viminale – sono trattenuti i cittadini stranieri destinatari di un provvedimento di espulsione o di respingimento, quando non è possibile eseguirne con immediatezza il rimpatrio a causa di situazioni transitorie. Nei Cpr possono essere inoltre trattenuti anche i migranti richiedenti asilo, ad esempio quando costituiscono un pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, quando risultino condannati, anche con sentenza non definitiva, per gravi reati o percolo di fuga".