Migranti, Bonaccini smonta i Cpr: “In Emilia Romagna non se ne parla”

Il governatore a Radio 24: “Sono abituato a discutere di cosa si vuol fare. Questo governo parla di autonomia ma poi centralizza tutte le decisioni”

Bologna, 20 settembre 2023 - Il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini si mette di traverso rispetto al piano del governo sui Cpr - ovvero i Centri di permanenza e rimpatrio dei migranti che da 9 dovrebbero diventare 23 - sostenendo che quelle del Governo sono 'parole al vento'. Bonaccini, parlando a Radio 24, scandisce: "Non siamo disponibili a nulla se parliamo di parole al vento. Io sono abituato a discutere di cosa si vuol fare". E' la sua risposta alla domanda sulla disponibilità dell'Emilia Romagna a ospitare un Cpr.

Il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini
Il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini

"Questo è il Governo che parla di autonomia - sottolinea inoltre Bonaccini - e che sta invece centralizzando tutte le decisioni a Roma senza confronto con gli enti locali". Insomma, secondo il presidente quelle sui Cpr "al momento sono parole al vento. Per me di Cpr non se ne parla assolutamente".

Sul tema dell’accoglienza ai migranti il dibattito è acceso: per il sindaco di Bologna Lepore “il governo fa solo demagogia”, mentre il senatore Fd’I Lisei replica: “Paga scelte sbagliate” e il vice-ministro Bignami lo accusa di fornire “dati fasulli”

Sanità e lavoro

Sempre a Radio 24, Bonaccini poi rilancia su quelle che sono le priorità dei dem: "Noi abbiamo bisogno di parlare al Paese su questioni molto semplici seppur delicate: i tagli alla sanità pubblica in favore di quella privata e il taglio del costo del lavoro. Io farei queste due grandi battaglie per il Partito democratico". E aggiunge: "Peraltro Elly Schlein le ha dette esattamente in questo modo alla conclusione della festa dell'Unità di Ravenna". Dal Pd, sottolinea Bonaccini, "stiamo preparando una grande mobilitazione sulla sanità pubblica" sulla scia di due proposte di legge di Toscana ed Emilia-Romagna che chiedono due cose: "che qualsiasi governo futuro non si scenda mai più sotto il sette e mezzo percento di rapporto tra spesa pubblica in sanità e Pil del Paese, la seconda: eliminare per sempre i tetti assunzionali nella sanità pubblica nelle regioni virtuose".