Dengue: sintomi del virus, cos’è e come proteggersi dalla zanzara tigre

In crescita i casi in Italia del virus che può anche provocare febbre e mal di testa. Il professor Sambri (Ausl Romagna): “La tropicalizzazione del nostro territorio ha prodotto una forte concentrazione di zanzare”

Il vettore della dengue è la zanzara Aedes albopictus

Il vettore della dengue è la zanzara Aedes albopictus

Bologna, 19 settembre 2023 – Virus dengue: sembra una parola tropicale e in un certo senso lo è. “Ora abbiamo una tropicalizzazione tale per cui la malattia che deriva dalla dengue può trasmettersi sia nel nord Italia, che al centro e al sud”, spiega Vittorio Sambri, direttore dell’Unità operativa complessa di Microbiologia dell’Ausl della Romagna e professore dell’Università di Bologna.

In Italia, infatti, i casi di dengue confermati sono 27. Sono stati trasmessi localmente in Italia e notificati al 18 settembre 2023. Come precisa l’Iss, “la trasmissione del virus Dengue è sostenuta dalla proliferazione del suo vettore, la zanzara Aedes albopictus, ormai presente in gran parte d'Europa”. È una malattia che di solito provoca sintomi come febbre anche alta nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara. Si possono poi presentare mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, ma anche nausea e vomito. Questi sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini. L’età media di coloro che prendono il virus è 36 anni.

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Professore, c’è un aumento dei casi Dengue. Lo imputiamo del tutto al clima più caldo? 

“Il rischio di trasmissione locale della Dengue in realtà c'è da una decina d'anni, ma la tropicalizzazione climatica del nostro territorio ha portato come risultato una forte concentrazione di zanzare e di conseguenza a queste malattie. Il caldo permette alla zanzara tigre di mantenere la sua attività per circa 8 mesi all'anno in molte aree del Paese, onde per cui il vettore che trasmette l’infezione è attivo per lungo tempo”. 

Significa che dobbiamo prestare più attenzione alle punture di zanzara?

“Bisogna cominciare a prestare attenzione perché le zanzare non possiamo più considerarle solo come un fastidio, ma anche come un rischio per la salute. La Dengue, il cui vettore è la Aedes albopictus o zanzara tigre, non è pericolosa su un soggetto in buona salute”.

Ma?

“Ma può essere un problema se si uno stesso paziente si infetta per una seconda volta. Questo perché la Dengue è causata da quattro virus molto simili (sierotipi) fra loro ma non identici. Se ci si infetta una volta, non è detto che per la seconda si tratti esattamente dello stesso virus”.

Quindi può essere più pericoloso?

“Il problema è se ci reinfettiamo con un altro sierotipo. In questo caso è possibile (ancorché non probabile) che l’infezione si manifesti come febbre emorragica, il cui rischio prognostico è più consistente”.

Cosa possiamo fare per proteggere la nostra salute?

"Il virus Dengue non si trasmette da uomo a uomo, ma serve attenzione e bisogna proteggersi dalle zanzare. Per farlo bastano i normali repellenti, oppure i rimedi naturali, basta che le tengano veramente lontano”.

Come possiamo capire quando il pizzico di questo insetto non è una normale puntura, ma l’inizio di un’infezione?

“Dopo qualche giorno di incubazione, bisogna prestare attenzione a situazioni che provochino febbre, abbastanza elevata, soprattutto durante il periodo estivo. Se questa febbre non ha altre spiegazioni, potrebbe essere un’infezione da Dengue virus o da un altro virus trasmesso da zanzare”. 

Per saperlo meglio fare una visita infettivologica?

"Sì, è chiaro che bisogna capire perché si sta male”.

Passando, invece, alla West Nile (febbre del Nilo) l’Iss ha segnalato 13 decessi in Italia.

“Riguardo la malattia da virus West Nile, meno dell'1% degli infettati ha sintomi meningoencefalitici, ma nei soggetti più avanti con l’età e magari con qualche problema di salute intercorrente bisogna fare attenzione. Dipende anche dal quadro clinico. Il principale vettore è la zanzara ‘classica’, Culex pipiens, che è appunto diversa dall’insetto vettore della Dengue (che in Europa ha mortalità irrilevante)”.

Dati su West Nile

Il primo caso di infezione da febbre del Nilo della stagione è stato segnalato dall'Emilia-Romagna a luglio nella provincia di Parma. Secondo il bollettino di Sorveglianza dell'Iss aggiornato al 13 settembre, sono arrivate a 49 le Province in cui circola e a 9 le Regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia e Sardegna. 

Da maggio 2023, inizio della sorveglianza, sono stati segnalati in Italia 237 casi di infezione da virus del West Nile nell'uomo (dati Iss aggiornato al 13 settembre). In tutto sono stati notificati 13 decessi, di cui 5 in Piemonte, 6 in Lombardia e 2 in Emilia-Romagna. Dei 237 casi identificati, 138 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (24 Piemonte, 41 Lombardia, 17 Veneto, 1 Liguria, 47 Emilia Romagna, 3 Puglia, 1 Sicilia, 3 Sardegna), 58 casi sono stati identificati in donatori di sangue.

La malattia è spesso asintomatica; circa il 20% presenta febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati. I sintomi più gravi si presentano in meno dell'1% dei casi e comprendono convulsioni, fino alla paralisi e al coma.