Cripta di Mussolini riaperta: le pronipoti vincono la sfida in famiglia

Ieri, al cimitero di Predappio, Orsola e Vittoria hanno mantenuto la promessa nonostante il no degli altri parenti: "Grande emozione"

Vittoria e Orsola, pronipoti del Duce, che ieri al cimitero hanno riaperto la cripta

Vittoria e Orsola, pronipoti del Duce, che ieri al cimitero hanno riaperto la cripta

Predappio (Forlì) 24 maggio 2021 - Hanno vinto loro la sfida in famiglia, almeno per ora. Orsola e Vittoria Mussolini hanno aperto ieri al pubblico la cripta in cui è sepolto il bisnonno Benito, come avevano promesso, nonostante l’alt degli altri familiari. Sono stati trecento i visitatori della prima giornata. A cui, promettono le due sorelle, segue subito la seconda, oggi. E la terza, domani: la cripta, dicono, resterà aperta come è stata fino ai lavori di ristrutturazione del 2017. Ieri erano una quindicina i volontari – di associazioni e regioni diverse – impiegati al cimitero di San Cassiano, domani ruoteranno ma ce ne sarà uno sempre presente, nei prossimi weekend due o tre. Nel frattempo, dicono le pronipoti, si discuterà di come gestire la tomba di famiglia. "Noi poniamo un’unica condizione. Che si possa entrare, come c’è scritto nell’accordo tra donna Rachele e il Comune di Predappio".

Il focus Cripta Mussolini, lite in famiglia "La volete chiusa? Noi riapriamo"Cripta Mussolini: guerra in famiglia sulla riapertura Ieri, pochi minuti dopo le 8, Orsola e Vittoria hanno raccontato la loro "grande emozione", definendo la giornata "un punto di partenza" e "uno scossone". Sono sole: "Nessun altro familiare è qui. Nessuno ha appoggiato la nostra iniziativa". Quando è maturata la spaccatura? "A febbraio abbiamo cominciato a pensarci, a inizio mese a organizzarci". Gli altri eredi sollevano questioni di sicurezza e di opportunità. "Abbiamo pagato un’assicurazione di tasca nostra. Premesso che non è mai successo, se qualcuno cadesse per le scale o venisse colpito da un cedimento strutturale, saremmo coperti. Serve la videosorveglianza? Abbiamo già chiesto un preventivo. Per le misure anti-Covid, abbiamo stabilito che possano scendere solo 4 persone alla volta. Il luogo è a norma. Andrà solo rifatta una parte dell’intonaco. Sapete, a causa del chiuso... Ci accolleremo le spese". Ma sono i rapporti con la famiglia a tenere banco. Ieri, dopo la nota ufficiale di sabato, dagli altri eredi non ci sono state dichiarazioni ufficiali. "Sabato abbiamo provato a fare qualche telefonata, nessuno ci ha risposto. Abbiamo parlato solo con l’avvocato, che non ci rappresenta più. Hanno detto che la serratura è stata cambiata perché abbiamo dato le chiavi a una persona sconosciuta. Ma risiede a Predappio. Dicono che abbiamo fatto una cosa gravissima, ma la loro è più grave. In ogni caso noi abbiamo diritto ad avere le chiavi". In un altro passaggio, accusano: "Si stanno muovendo con cattiveria". Rachele Mussolini, nipote del duce e figlia di Romano, sabato ha detto che interveranno gli avvocati: "Noi eravamo pronte a tutto quello che è successo". Alessandra Mussolini non ha voluto commentare la vicenda: "Per la verità, non sempre partecipa alle nostre riunioni sulla cripta". Potrebbero ritirare la denuncia presentata sabato contro alcuni familiari? "No comment". Tra coloro che le hanno criticate c’è anche il fratello Caio Giulio Cesare. Eppure l’intesa in famiglia, sulla carta, sarebbe vicina, visto che tutti hanno detto di voler riaprire il sepolcro. "Dopo lo scossone che abbiamo dato, immagino che l’associazione per la gestione si farà. Siamo d’accordo. Hanno dovuto dire che si aprirà in estate, ma quando abbiamo chiesto, questa data non c’era: abbiamo le risposte scritte. Ci avevano proposto di rendere fruibile la cripta solo un giorno e poi richiuderla, ma noi abbiamo tirato dritto. I loro tempi non sono i nostri. Noi facciamo, loro finora hanno solo parlato". Tra i nodi, escludono che ci sia la politica: "Diciamo no alle speculazioni. Non ci siamo mai impegnate, abbiamo un negozio di ottica e non siamo abituate a trovarci in prima linea. In politica c’è stato già il ‘nonno’, a noi non interessa". Il primo visitatore, un predappiese, è arrivato alle 8.30. Poco più tardi, il titolare di uno dei negozi di gadget mussoliniani del paese è arrivato con un mazzo di fiori e una scritta: "Grazie". Due giovani di Ancona sono entrati quasi stupiti per l’accoglienza dei volontari: "Siamo venuti a Forlì per la mostra su Dante, abbiamo cercato su Google qualcosa da vedere nei paraggi. Il nostro interesse è solo storico. Ma quelli vestiti di nero sono davvero discendenti di Mussolini?".