Colf, badanti e baby sitter: a gennaio scatta l’aumento. Ecco di quanto

Nessun accordo raggiunto, manca l’intesa con i sindacati sugli stipendi. Il calcolo in dettaglio

Bologna, 16 gennaio 2022 – Nessun accordo raggiunto sull'adeguamento retributivo spettante a colf, badanti e baby sitter. "I sindacati, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs e Federcolf non hanno voluto accettare la proposta avanzata dalle associazioni datoriali rappresentate dalla Fidaldo di scaglionare gli aumenti dovuti nel corso dell'anno", si legge in una nota della Federazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico (composta dalle associazioni Nuova Collaborazione, Assindatcolf, Adlc e Adldal) al termine della riunione della Commissione Nazionale per l'aggiornamento retributivo.

Colf (Foto d'archivio)
Colf (Foto d'archivio)

"Il Ccnl domestico - prosegue la Fidaldo - prevede, infatti (art. 38), che in caso di mancato accordo tra le parti, come avvenuto oggi, scatti l'adeguamento all'80% dell'indice Istat per quando concerne le retribuzioni minime che da gennaio aumenteranno quindi del 9,2%, e al 100% per le indennità di vitto e alloggio, ovvero dell'11,5%".

I datori di lavoro domestico: "Ora rischio nero"

“La totale chiusura mostrata nel corso della trattativa delle parti sociali rispetto alle esigenze delle famiglie datrici di lavoro domestico ha impedito che si raggiungesse un accordo di buonsenso sugli adeguamenti retributivi di colf, badanti e baby sitter. È stata, infatti, bocciata la nostra richiesta di dilazione degli aumenti che avrebbe reso sicuramente più sostenibile il rincaro in un momento in cui le famiglie, che a loro volta sono composte da lavoratori e da pensionati, sono già chiamate a sostenere molti sacrifici, a cui oggi, purtroppo, se ne aggiunge un altro”. È quanto dichiara Andrea Zini, vice presidente della Fidaldo e presidente di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico.

Calcolo degli aumenti

Aumento retribuzione minima colf e badanti: da 1.026,34 euro a 1.120,76 euro

“Calcolatrice alla mano – prosegue – già dalla busta paga di gennaio le famiglie dovranno mettere in budget un aumento del 9,2% sui minimi retributivi, qualora non siano già assorbiti negli stipendi concordati. Gli impatti maggiori si potrebbero avere per quelle figure assunte con orari lunghi o in regime di convivenza, come nel caso delle badanti (livello Cs): la retribuzione minima passerà da 1.026,34 euro a 1.120,76 euro, oltre 94 euro in più al mese, a cui si aggiungerà anche l’aumento dei contributi, portando il costo totale annuo da 17.177 a 18.752 euro, ovvero 1.575 euro in più".

Aumento stipendio baby sitter: da 1.234 a 1.348,53 euro

Ancora più pesante l’impatto sulle baby sitter assunte a tempo pieno (40 ore) non conviventi (livello Bs): lo stipendio minimo passerà da 1.234 a 1.348,53 euro, quasi 115 euro in più a mese, mentre il costo totale annuo (comprensivo anche di contributi, tfr, ferie e tredicesima) subirà un incremento di 1.743 euro. Aumenti concreti, non un mero allarmismo come più volte è stato sostenuto dai sindacati, con il rischio che molti dei lavoratori oggi in regola scompaiano nel ‘nero’”.

Assindatcolf: "Il Governo intervenga subito"

“Per questo – prosegue Zini – ora più che mai auspichiamo che il Governo intervenga in tempi stretti con misure concrete a sostegno delle famiglie, non solo sgravi per la regolare assunzione come previsto dal Piano nazionale per la lotta al sommerso in vigore dal dicembre scorso ma anche aiuti economici mirati. Non bisogna, infatti, dimenticare che secondo i nostri calcoli il settore domestico sarà quello che subirà l’incremento maggiore rispetto ai principali contratti, come nel caso del commercio e dei metalmeccanici, che negli ultimi 10 anni hanno visto - per i livelli contrattuali di inquadramento più diffusi - aumenti retributivi rispettivamente dell’8,4% e dell’8,3%, contro il 17,9% del settore domestico”.

Due milioni di colf e badanti: la metà irregolari

Il dato emerge dal Rapporto annuale sul lavoro domestico realizzato da Domina (Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico) con il supporto tecnico dell'Ufficio Ilo per l'Italia e San Marino e con la collaborazione delle parti sociali. "Nonostante l'emersione avviata nel 2020, il settore domestico è nettamente al comando della triste classifica dei settori per tasso di irregolarità (52,3%), contro una media nazionale del 12,0%. I lavoratori domestici totali sono circa 2 milioni, di cui meno della meta' in regola. Considerando anche i datori di lavoro, il settore comprende oltre 4 milioni di soggetti. Le ragioni della diffusione del lavoro informale in ambito domestico sono molteplici di varia natura".

La sfida per il settore "è di ridurre quegli elementi che rendono più conveniente per le famiglie il lavoro informale rispetto a quello in regola". Grazie all'analisi della banca dati fornita dall'Inps a Domina, è stato possibile analizzare in modo puntuale i dati sui datori di lavoro, che nel 2021 superano quota 1 milione (108 ogni 100 lavoratori). "Nell'ultimo anno - si legge – le famiglie italiane hanno speso oltre 15 miliardi di euro per il lavoro domestico: 8,1 miliardi per la componente regolare e 7 miliardi per quella irregolare. Numeri che peraltro sono destinati a crescere, visto l'inverno demografico ormai inarrestabile che determina un aumento costante della popolazione anziana".