ANDREA ZANCHI
Editoriale
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Affitti brevi ed emergenza casa, la svolta che manca

Non siamo ancora al grado di (in)sopportazione del “Tourists go home” che si respira a Barcellona e dintorni, ma anche sotto le Due Torri la riflessione è ufficialmente aperta: come conciliare il turismo sempre in crescita con una città vivibile e accessibile? E ancora, come evitare lo spopolamento commerciale e residenziale del centro storico? Di pensieri e dibattiti ce ne sono stati tanti, negli ultimi anni, ma di soluzioni finora poche. Intanto, sul fronte commerciale, servirebbe forse un’applicazione più rigida del decreto Unesco, con meno deroghe di quante ne siano state concesse finora (anche se alcune risalgono a diversi anni fa e sono arrivate ‘a dama’ solo ora dopo un lungo iter burocratico). E qui, con un regolamento in scadenza nel giugno 2025, si vedranno le reali intenzioni dell’amministrazione, considerata anche l’intenzione degli uffici di Palazzo d'Accursio di rivedere e aggiornare il regolamento stesso.

Poi c’è il livello nazionale. E qui entra in gioco una dimensione politica differente. In Italia manca ancora uno strumento normativo che dia alle città il potere di regolamentare un mercato – quello delle locazioni turistiche da parte di privati cittadini - che, come tanti prodotti dell'economia digitale, è di fatto nato e cresciuto senza alcuna regola. O meglio, sfruttando quelle esistenti, in parte carenti e soprattutto pensate per un mondo ormai superato dalla storia. Piccola proposta: si potrebbe allargare a tutte le città d’arte italiane, compresa dunque Bologna, il regolamento facoltativo per gli affitti brevi pensato e applicato in via sperimentale a Venezia, che obbliga chi aderisce a garantire una serie di servizi ai visitatori (da un numero di telefono attivo h24 per le emergenze fino alla spiegazione di quale comportamento tenere in città) e che concede invece, a chi non aderisce, di affittare a turisti al massimo per 120 giorni l’anno (da comunicare con anticipo al Comune, tra l’altro). Un semplice palliativo? Possibile, ma senza dubbio un tentativo. Perché finora abbiamo solo una certezza, tra centinaia di dibattiti: la svolta sugli affitti brevi manca ancora. E l’emergenza abitativa – sotto le Torri come nel resto d’Italia – non fa che aumentare.