Dalla, la sera dei miracoli. Il bello di essere popolari

Il 4 marzo il cantautore avrebbe compiuto 80 anni: tutte le iniziative e l’eredità

Lucio Dalla

Lucio Dalla

Essere popolari è difficile. Perché popolare è un termine alto, non basso. Lucio Dalla diceva così. E questa eredità – raccolta ormai troppi anni fa nel ristorante Cesari, tempio di tortellini e galantina nel cuore di Bologna –, questo tentativo di essere vicino a tutti, di essere pop nel senso di riconoscibilità, esemplarità, trasversalità, semplicità senza scontatezze né banalità; ecco, tutto questo è un insegnamento di Lucio che ancora oggi dobbiamo tenere bene a mente nell’epoca dell’individualismo sfrenato, del radical-chic che diventa politicamente corretto, dell’antipatia da salotto mascherata con la nicchia. Il 4 marzo saranno 80 anni dalla nascita: auguri Lucio. E Bologna e il Carlino celebrano la voce di ‘Caruso’e ‘4 marzo’ con una lunga serie di iniziative, editoriali e non solo.

Lucio era Bologna, è Bologna. Bologna è il Carlino e Lucio e il Carlino sono facce di una Bologna che solo i distratti o viaggiatori credono non esistere più. Il talento, la creatività, lo scouting nell’arte (e nella musica in particolare) sono così vivi e prova di quella passione che Dalla ha trasmesso per decenni, che il 2 marzo al Teatro Celebrazioni un grande spettacolo dal titolo ‘Ciao’ omaggerà l’artista segnalando con i premi ‘Ballerini’ gli artisti emergenti di oggi e domani. Da Mara Sattei a Tananai, da Ariete e Luché a Colapesce e Di Martino. E questa è solo una delle sere dei miracoli che, fino al 5 marzo, animeranno Bologna e l’Italia. La sera dei miracoli, a Lucio sarebbe sicuramente piaciuto (tutte le info su fondazioneluciodalla.it , anche per le prevendite del concerto del 2, gli eventi hanno la media partnership di Qn - il Resto del Carlino).

“Musicista, poeta, maestro di vita", come disvela la tomba al cimitero della Certosa di Bologna, Lucio ha scritto le pagine della nostra vita, ne ha costruito i suoni e le emozioni, ha creato corridoi umanitari, ha lenito solitudini, ha colorato con il suo animo giocoso e bambino di saltimbanco momenti bui, ha saputo dare voce alla sofferenza e all’euforia. "A 15 anni mi sembrava di volare" ricordava il cantante bolognese in un brano del 2007 sull’adolescenza. "Dicevo a tutti ‘io vivrò due dita sotto il cielo’ / a 15 anni questo era il mio pensiero". Non conoscevo questo pezzo, ‘Due dita sotto il cielo’, ma ora acquisisce un peso incommensurabile, il peso delle cose sognate e sognanti che diventano vere. C’era e c’è, in Lucio Dalla, una verità del sogno. Una fantasia popolare, appunto, che trasforma il pensiero più alto in un dizionario sentimentale della comunità.