Le discussioni sul terzo mandato, nelle Regioni e nei Comuni, oppure sulla opportunità o meno di cambiare statuti vari per garantire ai vertici altri anni di governo non tengono conto che il ricambio è necessario per far sì che le cose funzionino meglio. Nonostante molti non lo credano, in nessuno luogo si è insostituibili e il mondo continua ad andare avanti anche senza di noi.
Permettere a un sindaco, a un governatore o a un amministratore delegato, di rimanere al vertice oltre 10 anni è sempre un danno, a prescindere dalle capacità del singolo.
"È bravo, quindi si merita di restare” dicono in molti. Vero, ma pensare in questo modo è un danno per la società. In Italia abbiamo bisogno di ricambio, di lasciare spazio ai giovani, di avere visioni diverse.
Un trentenne si muove in un modo, un quarantenne in un altro e un sessantenne tenderà a ripetere tantissime cose senza cambiare schema. Invece nelle organizzazioni, che siano pubbliche o private, occorre essere dinamici, flessibili e non legati a canovacci vecchi e ripetitivi.
Purtroppo l'Italia è ancora troppo in mano a chi ha una certa età, che farebbe di tutto per non lasciare una poltrona, senza considerare che invece aprire le porte a forze fresche porterebbe solo giovamento. Arriva per tutti il momento di dire basta. E imputarsi su deroghe o forzature manda in secondo piano anche quanto fatto di buono. Cambiamo mentalità e largo ai giovani.