Il 21/03 alle 7:30 ho avvertito un forte dolore al petto. Mi sono reso conto di star avendo un infarto. Nel giro di 5 minuti è arrivata una vettura del 118 con due infermiere che mi hanno trasferito al reparto cardiologia del S. Orsola. Una equipe di giovani medici mi ha operato e ha fatto il miracolo. Un grande ringraziamento al dottor Palmerini, al dottor Garofalo, al dottor Moroni, alla dottoressa Magnani e a tutti gli infermieri.
Mario Borelli
Risponde Beppe Boni
Repetita iuvant, ovvero le cose ripetute giovano. Ecco perchè vale la pena di ripetere, quando se ne presenta l’occasione, che l’Ospedale S. Orsola è uno dei migliori. Infatti il policlinico bolognese è riconosciuto come una delle strutture top in Europa secondo la classifica annuale ’World’s Best Hospitals’ stilata da Newsweek. In questa classifica si posiziona al 73° posto a livello globale e al 5° in Italia. Il polo cardio-toraco-vascolare è ospitato al Padiglione 23, un’area completamente rinnovata, accogliente ed efficientissima. È una struttura avanzata per l’alto livello di tecnologia utilizzata e per la capacità di innovazione e si pone come centro di eccellenza della sanità pubblica e della formazione degli specializzandi. Poi c’è il lato umano che molti pazienti riconoscono accanto alla competenza professionale di medici e infermieri. I degenti si sentono assistiti come in un hotel a cinque stelle (non c’entra Conte). E si stupiscono. Ma da queste parti è la normalità. Dottori, infermieri e operatori sanitari aggiungono quel pizzico di umanità che deriva dalla passione per il loro lavoro e dal senso di responsabilità che i più anziani sanno trasmettere in eredità ai giovani. I pazienti ricordano l’uscita dalla sala operatoria, la degenza, la convalescenza, ma soprattutto il sorriso e la dolcezza con cui vengono trattati in ogni momento. Anche questo contribuisce a fare del S.Orsola un ospedale superstar.