Legambiente, gli ecologisti dell’Emilia Romagna lasciano il Patto per il lavoro e per il clima

La decisione presa dopo l’alluvione, il presidente Ferraresi: “Dal rigassificatore al cemento, così non va”

Un'iniziativa di Legambiente contro il passante di Bologna

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Bologna, 1 giugno 2023 – Legambiente lascia il Patto per il lavoro e per il clima dopo due anni mezzo dal suo ingresso. L’associazione di ecologisti, tra le firmatarie del patto del 2020, ha preso questa decisione “in seguito ad una serie di scelte a livello regionale e di situazioni. La decisione è stata presa prima dei fatti recenti riguardanti l’alluvione”, specifica il presidente di Legambiente E-R, Davide Ferraresi.

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“Il patto -continua Ferraresi in coro con la direttrice di Legambiente E-R, Paola Fagioli- doveva coniugare lo sviluppo economico regionale con i nuovi obiettivi ambientali. L’incoerenza tra gli obiettivi indicati nel patto e le azioni realizzate dalla regione in questi anni però ha spinto la nostra uscita”.

“Noi abbiamo sempre incentivato l’utilizzo di fonti rinnovabili – ricorda Ferraresi. Invece, come nel caso del rigassificatore di Ravenna (destinato ad essere operativo per 25 anni e non solo nel periodo di crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina), in cui l’E-R non si distacca dalle fonti fossili. L’urgenza di questa crisi climatica non è percepita in modo paritario. Ci aspettavamo che da pubblico e privato ci fosse un impegno nell’accompagnare i territori riguardo gli impianti strategici”.

“E’ mancata la volontà politica di portare le rinnovabili sul territorio regionale, si continua a preferire altro”, aggiunge la direttrice Fagioli. “Inoltre, con la legge 24 del 2017, varata dalla Regione, non si è fermato il consumo del suono, anzi è aumentato”, continua Fagioli. A preoccupare la direttrice di Legambiente è anche lo sviluppo dei poli logistici “la cui realizzazione sul territorio sfugge alla pianificazione”.

Legambiente rimprovera alla regione, oltre a quanto già affermato, anche il poco incisivo piano rifiuti. Il presidente Ferraresi ha affermato che “la disponibilità dell’associazione al dialogo e al confronto resta immutata, serve però chiarezza da parte dei decisori. La crisi climatica, e si è visto con l’alluvione, richiede risposte immediate e non contraddittorie“.