La pillola abortiva RU486 disponibile nei consultori dell'Emilia Romagna

Si inizia a Parma, poi sarà la volta di Modena e Carpi, Romagna, Bologna e tutte le province. Intanto in regione, lo scorso anno, su 3.505 aborti, il 62% è stato effettuato col trattamento farmacologico

Bologna, 30 settembre 2022 - La RU486, la pillola per l’interruzione volontaria di gravidanza, sarà disponibile anche nei consultori della regione. Capofila di questa novità sarà Parma, dove si partirà con la somministrazione della pillola ai primi di ottobre, poi nelle settimane e mesi successivi sarà la volta di Modena e Carpi, Romagna (Ravenna e Cattolica), Bologna e tutte le province.

Per le donne, quindi, si amplia la possibilità di ricorrere al trattamento farmacologico, per l’interruzione volontaria di gravidanza, rivolgendosi anche ai consultori familiari, dove potrà essere effettuato in caso di donne maggiorenni entro il 49° giorno di età gestazionale. La RU486, in regione è infatti disponibile dal 2005 nei presidi ospedalieri, come in regione avviene sia in day hospital sia in regime ambulatoriale da fine 2021.

La pillola Ru486 sarà presente nei consultori dell'Emilia Romagna
La pillola Ru486 sarà presente nei consultori dell'Emilia Romagna

Proprio alla pillola RU486 si è ricorso lo scorso anno in 3.505 casi di interruzione di gravidanza, pari al 62% degli interventi effettuati. Sempre lo scorso anno si è registrato il numero più basso di interruzioni volontarie di gravidanza dall’inizio della rilevazione, nel 1980: per la prima volta scendono sotto seimila, esattamente a 5.671, con un calo del 6% rispetto al 2020 e del 52% rispetto al 2004 (in cui avevano sfiorato quota 12mila).

Tra le condizioni per poter effettuare in consultorio l’interruzione volontaria di gravidanza con trattamento farmacologico ci sono, oltre alla maggiore età, il certificato rilasciato dal medico e firmato dalla donna, il consenso informato e la gravidanza con datazione ecografica inferiore o uguale a 49 giorni. Le Ivg farmacologiche entro il 63° giorno di età gestazionale saranno invece eseguite presso i presidi ospedalieri.

“Siamo pronti a partire per garantire alle donne un’ulteriore possibilità di effettuare, in sicurezza e con l’assistenza adeguata, l’interruzione volontaria di gravidanza - afferma l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Iniziamo in alcune città, per poi estendere questa modalità anche alle altre province, man mano che le Ausl completeranno la predisposizione dei protocolli necessari su spazi e modalità, sulla base delle indicazioni definite dalla Regione. Siamo convinti si tratti di un diritto che deve essere garantito e rispetto al quale il servizio sanitario deve operare al meglio”. Già a fine 2021 la Regione aveva recepito, con un atto dell’assessorato regionale, le raccomandazioni nazionali del ministero della Salute e cioè dare alle donne la possibilità di eseguire l’interruzione volontaria di gravidanza con trattamento farmacologico in regime ambulatoriale anche negli spazi dei consultori, che da sempre svolgono un ruolo fondamentale in tutte le fasi della vita riproduttiva femminile. In questo anno le Aziende sanitarie hanno lavorato per individuare le strutture, riorganizzare e attrezzare dove necessario gli spazi, formare adeguatamente il personale, costituito da equipe multiprofessionali, e costruendo protocolli e accordi con gli ospedali di riferimento, in modo da accogliere e seguire le pazienti nei diversi momenti dell’Ivg farmacologica. Non tutti i consultori, infatti, possono essere utilizzati per la somministrazione della pillola RU486. Per garantire alle donne la massima sicurezza nell’assistenza, la Regione ha definito un protocollo sperimentale che sarà utilizzato unicamente dalle strutture che presentano determinate caratteristiche e autocertificate dalle Aziende sanitarie; tra i requisiti che rendono una struttura idonea c’è ad esempio la distanza ravvicinata (entro 30 minuti) da un presidio ospedaliero di riferimento, la presenza di un’equipe adeguatamente formata, la garanzia di un numero adeguato di personale ostetrico e ginecologico non obiettore, la presenza di attrezzature adeguate e rifornimenti farmacologici per gestire l’emergenza e il trattamento di effetti collaterali.