Chiusa l’edicola del Ponte Storto. "Ci veniva pure Sgarbi"

Il titolare Mattioli: "Il Comune vuole spostare il chiosco. Ma i costi del trasferimento. sono a carico mio".

Chiusa l’edicola del Ponte Storto. "Ci veniva pure Sgarbi"

Chiusa l’edicola del Ponte Storto. "Ci veniva pure Sgarbi"

Chiusa un’altra edicola per la vendita dei giornali. Stavolta è toccato al chiosco del Ponte Storto che ha abbassato la serranda il 29 aprile. E’ preoccupato Franck Joseph Mattioli, 56 anni, che ha gestito la rivendita dei giornali negli ultimi 10 anni. Tra i suoi clienti anche l’ex sottosegretario Vittorio Sgarbi: "Mentre il nuovo vescovo Andrea Andreozzi da quando è arrivato a Fano – sottolinea Franck – passava tutte le mattine ad acquistare i giornali nella mia edicola". E ancora: "Ho cercato di vendere l’attività ma gli acquirenti ci ripensano appena sanno che l’edicola non rimarrà dove si trova ora, ma sarà trasferita davanti ai Passeggi". C’è infatti un progetto del Comune che prevede su via Roma, nel tratto tra la rotatoria di Porta Maggiore e via Palazzi-via Kennedy (lato edicola), la realizzazione di un nuovo percorso protetto per ciclisti e pedoni e la rimozione del chiosco. Il ‘trasloco’ forzato dell’edicola, stabilito dal Comune, ha influito nella decisione di Mattioli di cedere l’attività "perché tutti i costi del trasferimento sarebbero ricaduti su di me".

Con la chiusura del chiosco dei giornali del ponte Storto, "una delle attività più longeve di Fano che nel corso degli anni ha visto alternarsi almeno 5-6 gestori", Fano perde un altro punto di riferimento per l’informazione e la socialità. Chi abita nella zona e vuole ancora gustare il piacere di leggere un giornale cartaceo deve recarsi all’edicola di corso Matteotti (di fronte al Pino Bar) o a quella all’inizio di via Cavour. "Per mio figlio che deve fare i conti con problemi di salute – racconta preoccupata e anche un po’ arrabbiata mamma Rita – quello dell’edicolante era il lavoro ideale". Franck avrebbe voluto continuare, "ma – spiega – le spese legate all’attività come la tassa sul suolo pubblico (700 euro all’anno), acqua, luce, Tari e vigilanza, non erano più sostenibili". A questo si è poi aggiunto il trasferimento dell’attività. Ora Franck è preoccupato per il suo futuro: "Per me che ho 56 anni trovare un altro lavoro non sarà facile. Mi hanno suggerito di ampliare l’attività dei giornali con la vendita bibite e panini ma qui vicino ci sono 2 bar, una pizzeria e un kebab, poi dovrei avere due licenze e fare investimenti". Conclude Mattioli: "Chi come me vuole lavorare dovrebbe essere aiutato e non lasciato solo".

Anna Marchetti