Tragedia in mare a Fano, padre e figlio annegati. "Qui c’è poca sicurezza"

Sono stati travolti dalle onde, polemiche sul servizio di salvataggio. Il capo dei bagnini: "Il mio progetto per interventi più rapidi fu bocciato"

Fano, 11 luglio 2022 - Il giorno dopo sulla spiaggia della tragedia, a Fano, non sembra che sia successo nulla. Né un fiore né un segnale di quanto accaduto appena 24 ore prima, ossia un padre di 44 anni e un figlio di 7 anni inghiottiti dalle acque del mare.

Turisti tedeschi sono stesi a prendere il sole dove era stato composto il corpo di Davide Zandri 44 anni, dopo esser stato ripescato dal mare.

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Tragedia in mare a Fano, morti Davide Zandri e il figlio Fabio
Tragedia in mare a Fano, morti Davide Zandri e il figlio Fabio

L’inchiesta della Guardia Costiera è di fatto già chiusa, ma non le polemiche sul servizio di salvataggio. "Il mio progetto di sicurezza in mare è stato bocciato – spiega Enzo Maggi, 55 anni, che gestisce sei torrette di salvataggio sulle spiagge libere di Marotta –, costringendomi ad autofinanziarmi, per acquistare una moto d’acqua".

Si trattava di un piano di pattugliamento delle coste, operato da professionisti del salvataggio, in accordo con la Capitaneria.

Il piano avrebbe consentito di intervenire in modo rapido e sinergico, ma sarebbe rimasto tutto sulla carta: "Nessuno l’ha preso in considerazione – chiosa il presidente di Maredentro –, né il Comune, che a mio avviso dovrebbe rinnovare un piano spiagge vecchio di 30 anni, né le aziende private, che avrebbero dovuto versare almeno un piccolo un contributo. Così, dopo gli infruttuosi tentativi, ho comprato a mie spese una moto d’acqua. Non si è realizzato il programma che sognavo, ma almeno ho dotato l’associazione di un mezzo indispensabile. Il problema è il costo della benzina alle stelle, che significa che per un pieno si devono sborsare 150 euro…".

Ad aver provocato la tragedia una serie di concause. La prima è stato l’orario di arrivo della famiglia in spiaggia. Erano le 7 o poco più di sabato. Non c’eran ancora bagnini in servizio, seppur nella vicina spiaggia in concessione, né volontari.

La famiglia Zandri aveva scelto di andare in un fazzoletto di spiaggia libera circondata da scogli frangiflutti. Che in apparenza dovevano garantire mare calmo o poco messo anche in giornate di vento. In realtà questa considerazione si è rivelata tragicamente sbagliata. Le onde sono entrate nell’apertura lasciata dagli scogli per il naturale ricambio del mare ed erano onde molto alte spinte da una corrente fortissima.

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Quando il padre ha deciso di andare in acqua a fare il bagno insieme ai due figli e ad un amichetto di uno di loro, era certo, così lo ha detto alla moglie, di non correre rischi perché sarebbero rimasti vicino alla riva.

Non aveva previsto un’onda anomala che lo avrebbe trascinato via al largo insieme ai figli mentre l’amichetto, che si trovava più indietro, è riuscito a tornare fuori dall’acqua seppur avendo bevuto. Invece il papà Davide e il figlio Fabio sono stati letteralmente scaraventati contro gli scogli con potenza.

Questo può esser stata anche una causa di morte perché il genitore aveva sangue alla testa mentre il bambino è stato ripescato sugli scogli.

Il grande, Luca, salvato dai bagnini che stavano arrivando al lavoro, è fuori pericolo.

Averlo riportato a riva in fretta iniziando a praticargli manovre respiratorie ancora in acqua, lo ha salvato. E lui è stato l’ultimo a vedere vivi il padre Davide, operaio in una ditta per la lavorazione dell’alluminio, e il fratellino Fabio che seguiva il padre.

Una tragedia avvenuta in un attimo, sotto gli occhi della madre Stefania che urlava di non vederli più e di fare qualcosa per salvarli. Purtroppo ce l’ha fatta solo Luca.