
Il convento delle suore di via Guidi. Le consorelle avevano deciso di metterlo in vendita per appianare i debiti
Dopo mesi e mesi di attesa è arrivata la risposta dalla Soprintendenza per il blocco edilizio delle suore di via Guidi, nel cuore della città, a cento metri dal teatro Rossini. Ebbene sono stati mantenuti i vincoli per cui questi edifici che sono stati eretti agli inizi del Novecento non potranno essere abbattuti. Si potranno solamente ristrutturare anche se la situazione dal punto di vista statico, stando a chi ha svolte le perizie, non è delle migliori. Una storia, quelle del complesso delle suore di via Guidi che parte da lontano e cioè da quando l’ordine monacale, oberato di debiti, ha deciso di mettere sul mercato tutta l’area che è dotata anche di un’ampio giardino.
Una delle imprese interessate all’intervento è stata la Renco che dopo un paio di anni ha mollato tutto. Dopodiché si era interessato anche l’imprenditore del turismo Nardo Filippetti, e ancora imprese di Pesaro ed anche di Fano. Tutti interessati ad una rigenerazione dell’area a patto che gli edifici si potessero abbattere e quindi ricostruire con criteri moderni. Una vicenda anche molto divisiva perché se da un lato Italia Nostra sollecitava di apporre un vincolo, dall’altro molte altre associazioni non hanno speso una parola per salvaguardare questi edifici. Vincolo posto dalla ispettrice della Soprintendenza Guida ed ora rimarcati dalla nuova Soprintendente Cecilia Carlorosi. Chi è rimasto con il cerino in mano? Sicuramente le suore (il 15% è in mano ai frati) che attraverso la vendita degli immobili pensavano di poter appianare i debiti. Una vicenda che è comunque destinata a far discutere perché sul valore architettonico degli edifici i pareri sono fortemente contrastanti.
m.g.