TIZIANA PETRELLI
Cronaca

Le mura di Augusto come non le avete mai viste

Erano 1.760 i metri di pietra che, in epoca romana, abbracciavano Fanum Fortunae: un circuito di mura augustee che, nella...

Erano 1.760 i metri di pietra che, in epoca romana, abbracciavano Fanum Fortunae: un circuito di mura augustee che, nella...

Erano 1.760 i metri di pietra che, in epoca romana, abbracciavano Fanum Fortunae: un circuito di mura augustee che, nella...

Erano 1.760 i metri di pietra che, in epoca romana, abbracciavano Fanum Fortunae: un circuito di mura augustee che, nella sua imponenza, faceva della città uno dei baluardi dell’Impero. Di quel perimetro originario restano oggi 482 metri, i meglio conservati dopo Roma. Ma da oggi, grazie a un progetto di digitalizzazione innovativo, quelle mura non sono più solo pietre: diventano memoria viva, voce, presenza. Venerdì alle 17.15, nella Sala San Michele di Fano (sotto l’Arco D’Augusto), sarà presentato alla cittadinanza ‘Murum Dedit’, il progetto del Centro Studi Vitruviani realizzato con la Politecnica delle Marche, l’Università Carlo Bo, la Soprintendenza e il Comune di Fano.

Un "gemello digitale delle mura, costruito con 3.250 foto, 118 scansioni, 10 miliardi di punti e 30 miliardi di poligoni. "Abbiamo voluto questo progetto più di un anno fa – ha detto Dino Zacchilli, presidente del Centro Studi – commissionando il rilievo completo delle mura e della Porta d’Augusto. Ma lascio che sia Vitruvio stesso a raccontarlo…". E sullo schermo compare l’avatar dell’architetto romano. E così, grazie alla realtà aumentata, oggi è possibile vedere l’intera cinta in 3D, con uno sguardo che attraversa il tempo. "Dovevamo restituire qualcosa che fosse più originale dell’originale – ha spiegato il professor Paolo Clini – per far vedere ciò che normalmente è invisibile".

Oltre alle mura è stato digitalizzato anche il sipario storico del Teatro della Fortuna. E presto sarà creato un avatar pensato per parlare ai bambini. "È uno strumento turistico, culturale, educativo" ha aggiunto Clini, mente il professor Oscar Mei ha sottolineato il valore identitario: "Su Wikipedia si dice che Vitruvio sia nato a Formia. Ma l’unica certezza è che ha vissuto e operato a Fano. Questo lavoro rafforza il legame con la città". "Innovazione e tradizione – ha aggiunto il sindaco Luca Serfilippi – possono camminare insieme". E l’assessore Lucia Tarsi: "Non è solo recupero. È memoria viva. Una porta sul tempo".

Tiziana Petrelli