SANDRO FRANCESCHETTI
Cronaca

"Peste del gambero" nel Cesano: moria di crostacei nel fiume

Serra Sant'Abbondio, a condurre le indagini per scoprire la causa del fenomeno sono stati i Carabinieri Forestali, intervenuti insieme ai tecnici dell’Arpam

Un carabiniere forestale con alcuni esemplari di gamberi morti

Serra Sant'Abbondio, 3 dicembre 2020 - Cospicua moria di gamberi di fiume (almeno 800 esemplari) nel tratto montano del Cesano, in località Cafanne, nel Comune di Serra Sant’Abbondio. A condurre le indagini per scoprire la causa del fenomeno, a seguito di una segnalazione, sono stati i Carabinieri Forestali della locale stazione, intervenuti in prima battuta insieme ai tecnici dell’Arpam, provvedendo al campionamento delle acque per verificare la presenza di eventuali inquinanti e prelevando un centinaio di crostacei morti per le successive analisi. Escluso l’inquinamento quale causa della moria, alcuni campioni dei gamberi sono stati consegnati all’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, sede di Pesaro, per analisi più approfondite; e una parte dei campioni è stata poi inviata all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, quale “Centro di referenza nazionale per lo studio e la diagnosi delle malattie dei pesci, molluschi e crostacei”.

E il responso degli approfondimenti è stato inequivocabile: la causa della moria è stata la cosiddetta “peste del gambero”, una malattia causata da un fungo, scientificamente noto come “Aphanomyces astaci”, in grado di attaccare le aree meno calcificate della cuticola e le membrane delle articolazioni dei crostacei, fino a condurli alla morte. Il gambero di fiume “Austropotamobius pallipes” è una specie tutelata dalla Direttiva Comunitaria 92/43/CEE “Habitat” e la sua cattura è sanzionata dall’art. 727 bis del codice penale. L’Istituto Zooprofilattico ha informato della presenza del patogeno il Servizio Veterinario competente per territorio per il successivo inserimento in una banca dati a disposizione del Ministero della Salute. I dati verranno inviati anche all’OIE (Office International des Epizooties) o Organizzazione mondiale della sanità animale con sede a Parigi, il cui fine principale è quello di garantire la massima trasparenza circa lo status sanitario degli animali nei paesi membri per la prevenzione della diffusione delle malattie infettive degli animali stessi.