
FANO
di Silvano Clappis
Il palazzo dove vive Alfonso Pagnoni, libraio in pensione, ex consigliere comunale, è lo stesso in cui visse per circa 40 anni l’avvocato penalista fanese Ruggero Mariotti (1853-1917), deputato al Parlamento italiano per ben sette legislature. Una targa, in verità scolorita, lo ricorda "così schivo dei facili onori e del lucro come dell’onestà sollecito, sempre devoto alla grandezza dell’Italia". È conosciuto come Palazzo Forestieri, nobile casato fanese assai noto nel Seicento.
Un palazzo che ha una lunga storia
"Sì, l’ultimo proprietario, la famiglia dell’ambasciatore fanese Garaguso lo fece restaurare, poi noi prendemmo l’ultimo piano perché era indivisibile".
Nel 2007 ha chiuso la cartolibreria in piazza XX Settembre, la più vecchia di Fano, dopo ben 157 anni di attività.
"La nonna di mio nonno, Antonia Bazzani, di Arquata del Tronto, conobbe un certo Eugenio Spedieri che era un romano venditore ambulante di libri. Si stabilirono prima a Pesaro, dove Spedieri morì, e poi a Fano dove Antonia Bazzani aprì la prima cartolibreria nell’allora Piazza Maggiore, di fianco alla chiesa di san Silvestro, dove ora c’è una tabaccheria. Quando nel 1885 nacque il Resto del Carlino si vendettero anche i giornali. L’unica loro figlia Maria Spedieri conobbe il mio bisnonno Eugenio Pagnoni, un mediatore agricolo, e con i suoi soldi si spostarono più al centro della piazza XX Settembre dove rimase fino alla chiusura e dove oggi c’è un ristorante. Per questo la cartolibreria si è sempre chiamata ’Eredi A. Bazzani’ di Pagnoni".
E poi di generazione in generazione fino ad arrivare ad Alfonso Pagnoni.
"Se non fossi stato il primo figlio e diplomato in ragioneria, forse sarei rimasto a Palmanova a fare la carriera militare. Avevo fatto nel 1958 il corso allievi ufficiali a Lecce dove il comandante, il colonnello Severoni era un fanese cliente di mio padre, così mi feci mandare in cavalleria: ne andavano solo 9 all’anno, tutti di sangue blu tranne io e un altro. Oggi sono ancora presidente della sezione di Fano dell’Arma di Cavalleria".
Invece decise di tornare e rinnovare il negozio.
"Diventai nel 1960 aiutante di mio padre Alberto poi nel 1964 si rimodernò il negozio, nel ‘67 diventai socio e nel ‘73 unico proprietario, quando Alberto Pagnoni divise le sue proprietà tra le quali l’Agenzia distribuzione giornali che avevamo preso e dove lavoravano i miei fratelli. Mamma Margherita continuò sempre a darmi una mano".
Nella libreria, anche per la sua posizione centrale in piazza, c’è passata tutta la cultura fanese del Novecento...
"All’inaugurazione c’erano lo scrittore Fabio Tombari, il corrispondente del Resto del Carlino Alessandro Castellani, il pittore inglese Tom Storer. Tombari e sua moglie Angela sono stati testimoni alle mie nozze. Storer veniva in salotto tutte le sere che nella televisione allora in bianco e nero c’erano i concerti di musica classica. Poi lo scrittore Luciano Anselmi, il giornalista sempre del Carlino Carlo Moscelli e altri che mi portavano i loro libri da vendere".
Di cosa va più fiero?
"Della collezione di pittori fanesi del Novecento. Un centinaio di quadri di pittori tutti conosciuti personalmente, da Cespi a Generali, da Spinaci a Corsaletti, da Antonioni a Bilancioni, da Simoncelli a Marano, tanto per fare qualche nome. Ogni anno all’Accolta dei 15 ne acquistavo due o tre".
Passione nata come?
"Da giovane mi piaceva la pittura. Spesso di andava a Monte Giove a trovare il frate pittore Tarcisio Generali. Un giorno mi chiamano dalla Congregazione di Carità di andare a Palazzo San Michele (oggi sede dell’università) per riscuotere una fattura. Entro in un ufficio e trovo appeso un quadro di Generali dove era dipinto il mio ritratto. Chiedo al presidente, professor Aldo Zengarini, di venderlo ma mi dice che avevano passato tutti i beni al Comune. Allora scrivo al sindaco, offrendo in cambio due paesaggi di Generali, ma l’assessore Franco Costanzi mi dice che oramai i beni erano inventariati e non si poteva fare più nulla. Così caso più unico che raro un museo pubblico ha un ritratto di un personaggio ancora vivente. Credo che però lo tengano in magazzino".
La cosa a cui non sa rinunciare?
"Più di una. Ad esempio un expertise di Vittorio Sgarbi, un altro che quando passava per Fano faceva sempre un salto nella mia libreria".