
Damiano Conte, 49 anni, brindisino d’origine ma fanese d’adozione
Fano, 17 dicembre 2019 - Pensava fosse solo un’infiammazione al tunnel carpale. E in effetti soffriva un po’ anche per quella. Un disturbo in fondo normale per uno che fa il suo mestiere, operaio metalmeccanico, spesso con la saldatrice in mano. Ma quando la dottoressa gli ha schiacciato il polso, non ha provato il dolore tipico di quell’infiammazione. E quell’assenza è stato il primo campanello d’allarme. I sospetti si sono concentrati su collo e testa. E la prima risonanza ha dato ragione alla dottoressa.
C’era una massa tumorale alla base del cranio. Quella era la causa dei suoi strani formicolii alla mano. Un tumore raro che colpisce 1 persona ogni 10mila. Benigno, per fortuna. Difficile però da trattare per il posto in cui si trovava. Lui, Damiano Conte, 49enne di origini brindisine, trasferito a Fano con la famiglia da anni, ha dalla sua una grande forza d’animo, coraggio e positività nel dna.
Ma a salvargli la vita e a fargli trovare sotto l’albero di Natale il regalo più bello, sono state le mani sapienti dei medici del Maria Cecilia Hospital di Cotignola a cui Damiano si è rivolto. L’equipe composta dai dottori Giulio Boscarino, chirurgo vascolare, coordinatore dell’U.O. di chirurgia vascolare di San Pier Damiano Hospital, e Paolo Biondi, chirurgo maxillo-facciale, coordinatore dell’U.O. di chirurgia maxillo-facciale di Maria Cecilia Hospital, ha rimosso quello che in gergo si chiama schwannoma, una neoplasia della guaina dei nervi. L’operazione è stata eseguita il 14 settembre scorso. E Damiano, dopo appena 3 mesi, ha di nuovo ripreso la sua vita. Con più energia di prima. «E per questo voglio davvero ringraziare i medici del Cotignola – racconta al telefono –. Ho rischiato tanto, ma ora sto davvero bene. Ho solo ancora qualche problema alla voce. Mi stanco a parlare. Ma so che migliorerò». Damiano spiega come ha trovato la forza di affrontare la malattia: «Sono una persona molto fredda. L’agitazione non serve a nulla. Non ho poi paura di morire per me. Mi dispiaceva solo per mia moglie. Per quello che avrebbe potuto soffrire. E poi sentivo dentro di me che quel tumore era benigno». Un’esperienza già vissuta in famiglia. «Mio padre ha avuto un tumore. Alla carotide. Maligno, purtroppo». E come festeggerà il Natale quest’anno? «Con la mia famiglia, più felice e sereno di prima».