Il cuore grande di Matteo: "Mio fratello è morto a 15 anni ma in 4 oggi vivono grazie a lui"

Giornata dell’Aido, l’associazione che raggruppa i donatori di organi, veri angeli come Biancucci, che si schiantò in motorino a Petritoli nel 2009. La commozione del fratello

Alberto Biancucci fratello di Matteo (nel tondo), morto a 15 anni in un incidente. Ma salvò 4 vite

Alberto Biancucci fratello di Matteo (nel tondo), morto a 15 anni in un incidente. Ma salvò 4 vite

Fermo, 24 marzo 2024 – Ha dolore negli occhi Alberto Biancucci, nel ricordare il fratello Matteo che non c’è più dal 2009, ma c’è anche la gioia di aver restituito vita e salute ad altre quattro persone: "Matteo era un ragazzo simpatico, amato da tutti, una vera teppa. Quando è mancato ci siamo sentiti persi, senza un senso. Poi però mi sono ricordato che avevo ascoltato testimonianze di donazioni di organi a scuola, mi sono detto che a lui non servivano più, a qualcun altro invece avrebbero restituito la vita. La scelta è stata naturale e ci siamo sentiti tutti meno soli".

Ci sono anche il babbo e la mamma di Matteo in sala, non hanno parole ma tanta gratitudine per chi continua a tenere vivo il pensiero di quel quindicenne che oggi sarebbe un uomo fatto, lui che ha fatto rinascere quattro sconosciuti.

Gratitudine immensa è invece nelle parole di Giulio Cola, sei anni fa ha ricevuto un trapianto di fegato che gli ha salvato la vita: "Mi sono ammalato che avevo sette anni, dopo 40 anni il mio fegato si era lentamente deteriorato, non mi restava molto. Una serie di coincidenza ha fatto sì che ci fosse un fegato per me e da allora custodisco questo dono con cura, con una gratitudine immensa. Non passa giorno che io non ricordi il sacrificio di chi mi ha restituito la vita, quando si parla di donazione di organi è di noi trapiantati che si sta parlando, di persone normali che hanno una vita e tanti sogni e che hanno bisogno di una cura che può essere solo regalata".

Roberta Ioiò ha spiegato che il premio Biancucci è in programma per il prossimo anno scolastico, saranno chiamate a partecipare le classi quarte delle superiori per produrre un elaborato di qualunque tipo, in cui dire che il dono è vita, che il mondo di Matteo è un luogo di speranza, che c’è tanto da dare, anche dopo la morte, in una realtà che, come ha sottolineato il prefetto, deve vederci tutti uniti e solidali.