
Temendo di essere stato truffato, il compratore fermano si era recato in questura per formalizzare la denuncia
La truffa viaggiava online, ma non era sfuggita alla polizia che aveva smascherato i malviventi protagonisti dei raggiri. Per questo motivo un truffatore seriale di origini calabresi e la sua complice sono finiti davanti al giudice del tribunale di Fermo e al termine del processo sono stati condannati rispettivamente a due anni e a un anno e sei mesi per il reato di truffa aggravata in concorso. Il caso in questione aveva riguardato la vendita su un sito web di un trattore e un rasaerba usato che sembrava un’offerta davvero speciale. La vittima aveva visto, su un sito specializzato nelle vendite online, un annuncio interessante relativo ai mezzi agricoli e da giardino. Il compratore aveva proposto un’offerta economica che il venditore aveva subito accettato, comunicando contestualmente l’Iban sul quale effettuare il bonifico, oltre a fornire, per rendere più reale la sua affidabilità e serietà, un numero di cellulare e copia di un documento di identità. Dell’avvenuto bonifico di diverse migliaia di euro l’acquirente aveva informato subito il venditore, avendo assicurazione della immediata spedizione dei mezzi. Dopo alcuni giorni, non ricevendo quanto pattuito, aveva provato a contattarlo telefonicamente senza alcuna risposta. Temendo di essere stato truffato, il compratore si era recato in questura per la denuncia, a seguito della quale i poliziotti avevano attivato le indagini. Gli investigatori avevano accertato che il documento di identità trasmesso era falso, ma anche che il numero di telefono comunicato dal venditore era stato utilizzato in precedenza, su tutto il territorio nazionale per consumare analoghe truffe. Il possessore del cellulare abbinato al numero di telefono, è risultato un truffatore seriale, residente in Calabria e già segnalato numerose volte alle Procure della Repubblica di tutta Italia. A seguito degli accertamenti svolti era risultato che nello stesso comune di residenza dell’intestatario del telefono era domiciliata la donna titolare della carta ricaricabile collegata all’Iban sul quale era stato effettuato il bonifico. La carta ricaricabile, dopo essere stata svuotata delle somme, era stata estinta. I due erano stati denunciati all’autorità giudiziaria.
Fabio Castori