Coronavirus Fermo 28 marzo, quattro morti in un giorno

Sono una donna di Rapagnano e tre uomini di Fermo, Porto San Giorgio e Torre San Patrizio: diventano 36 i fermani deceduti

Sono 36 le vittime del coronavirus nel Fermano

Sono 36 le vittime del coronavirus nel Fermano

Fermo, 28 marzo 2020 - Dopo un giorno di tregua, il coronavirus torna a mietere vittime (qui il bilancio di ieri sera). Ieri sono stati registrati altri quattro decessi causati dal Covid 19. Il primo si è verificato nella notte al "Murri", dove è spirata Gabriella Tomassini, 65 anni di Rapagnano. La donna era già ricoverata in ospedale così come Renato Evandri, 75 anni, di Torre San Patrizio, titolare di una ditta di pompe funebri.

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E’ morto poco dopo essere giunto al pronto soccorso invece, Luigi Mercuri, 62 anni, di Porto San Giorgio. All’uomo, dopo aver effettuato una radiografia prima che si aggravasse, era stata diagnosticata una lieve polmonite, tanto che il medico avrebbe deciso di curarlo in casa. Ieri mattina, invece, dopo tre giorni di febbre alta, la situazione respiratoria è precipitata improvvisamente e un familiare lo ha accompagnato in macchina al pronto soccorso. Per lui però non c’è stato nulla da fare.

E’ spirato al pronto soccorso anche Jhon Macauley, 78 anni, di Fermo. Macauley, originario della Sierra Leone, si era trasferito giovanissimo a Fermo per motivi di studio e vi era rimasto dopo essersi sposato e aver aperto un’agenzia viaggi. Il 78enne, con patologie pregresse, si trovava a casa e si era recato in ospedale, dopo aver accusato un malore.

Con quelli di ieri salgono a 36 i pazienti residenti nella provincia di Fermo morti per coronavirus. Altri cinque, sono deceduti al "Murri", ma provenivano due da Pesaro, gli altri da Porto Recanati, Jesi e Fossombrone.

Secondo i dati forniti dal direttore Licio Livini, le persone ricoverate nelle strutture ospedaliere del Fermano affette da Covid 19 sono 95, di cui 58 nei reparti del "Murri" e 14 in terapia intensiva. Il Gores, invece, ieri alle 12 ha fornito i dati relativi ai positivi curati in casa. I malati hanno raggiunto quota 233, sono salite a 645 invece le persone in isolamento domiciliare, di cui 132 sono sintomatici.

E’ chiaro che alcuni di questi dati vanno presi come indicativi dell’andamento del contagio che, considerando tutti i pazienti non testati, potrebbe essere almeno cinque volte superiore.