FABIO CASTORI
Cronaca

Diffamazione, condannato Rossi

L’ex consigliere comunale e altre tre persone avrebbero offeso la reputazione della Bachetti. Lui: farò appello

di Fabio Castori

Non ha avuto dubbi il giudice del tribunale di Ascoli e ieriha condannato l’ex consigliere comunale Massimo Rossi, più altre tre persone, per diffamazione a mezzo internet e cioè per aver offeso la reputazione di Pisana Bachetti, pubblicando un post su Facebook, in cui la definiva ’improbabile testimone’ e sostanzialmente accusandola di aver reso false dichiarazioni per ragioni di discriminazione razziale. La Bachetti, rappresentata dall’avvocato Laura Dumi, era stata testimone oculare della tragica rissa di strada in cui aveva perso la vita il profugo nigeriano Emmanuel Chidi Namdi, e, nonostante avesse raccontato la verità sull’accaduto, era stata insultata, offesa e presa di mira da chi sosteneva le ragioni del richiedente asilo politico africano. A distanza di quattro anni arriva una sentenza che riabilita la donna fermana, all’epoca dei fatti indicata come una supertestimone mitomane. Al termine del processo a Rossi è stata inflitta una pena pecuniaria, così come agli altri tre imputati. Secondo il giudice, non ci sono dubbi che Rossi abbia offeso la reputazione della Bachetti, in particolare inserendo un link di un articolo di giornale contenente un’intervista rilasciata dalla Bachetti, per aver salvato e adottato dei gattini che alcuni cinesi stavano tentando di catturare. Rossi, quindi, aveva così commentato: "Un paio di anni fa raccontò di quando i cinesi prendevano i gatti coi retini per mangiarli. Purtroppo stavolta in ballo non c’è la sorte di amabili micetti, ma la vita di un essere umano, la cui unica colpa è stata quella di cercare protezione in un paese in cui spargere impunemente dai media e dai banchi parlamentari, razzismo e xenofobia sulle teste vuote di milioni di italiani, è pane quotidiano". I commenti pubblici a questo post degli altri indagati erano stati piuttosto pesanti. Uno tra tutti quello in cui si istigava alla violenza nei confronti della Bachetti. La donna per due anni ha dovuto subire una campagna denigratoria nonostante le indagini abbiano poi dimostrato che aveva detto la verità. Il magistrato che ha indagato sulla morte di Emmanuel ha infatti stabilito la totale attendibilità della Bachetti, che ha fatto il suo dovere di cittadina, avvisando le forze dell’ordine di quello che stava accadendo, per poi raccontare quanto visto. Oltre ai post offensivi in questione, in quei giorni la testimone era stata definita fascista, bugiarda, mitomane, amante della notorietà ed in altri modi non ripetibili. Aveva ricevuto minacce di morte sul web e telefoniche, tanto che era stata costretta a rinviare di una settimana l’inaugurazione del suo nuovo negozio. Insomma la sua vita era diventata un inferno e senza aver fatto nulla di male, se non essersi trovata disgraziatamente ad assistere ad un fatto ancor più disgraziato. Dopo la sentenza, esprime grande amarezza l’ex consigliere Rossi: "Ritengo questa decisione assolutamente ingiusta e lesiva del diritto di svolgere funzioni politico istituzionali. Appena saranno depositate le motivazioni del verdetto, presenterò immediatamente appello. Non ho usato assolutamente espressioni offensive o diffamatorie. Se la signora in questione ha subito da altri offese o minacce la cosa non può essere imputata a chi, come me, nella propria funzione politica ha espresso considerazioni e perplessità al riguardo in un momento di forte tensione. Purtroppo questo tristissimo strascico della tragica ferita ancora aperta nella città di Fermo è un prezzo che viene chiesto di pagare a chi come me non si gira mai dall’altra parte, non esitando a prendere posizione".