Gessica Notaro a Porto Sant'Elpidio. "Chiedete aiuto e denunciate"

La 28enne sfregiata al volto con l’acido agli studenti

Porto Sant'Elpidio, Gessica Notaro con due ragazzi

Porto Sant'Elpidio, Gessica Notaro con due ragazzi

Porto Sant'Elpidio (Fermo), 15 novembre 2018 - «Dopo quello che mi è successo aiuto le ragazze che hanno subito delle violenze. Guarisco gli altri ma allo stesso tempo anche me stessa e adesso non spreco neanche più un giorno della mia vita. Se volete qualcosa alzatevi e andatevela a prendere». È questo il messaggio con il quale Gessica Notaro, la 28enne riminese sfregiata al volto con l’acido il 10 gennaio 2017 dal suo ex compagno, ha salutato gli studenti del Polo scolastico Urbani che ieri mattina gremivano l’aula magna per l’incontro ‘Il mondo della donna dalla violenza alla resilienza’, organizzato dall’associazione CivitaSvolta.

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Una mattinata intensa ed emozionante in cui la Notaro, raccontando la terribile vicenda che l’ha vista protagonista, ha lasciato trasparire la sua determinazione, il suo coraggio e la sua positività. «Quando ti succede una cosa così grande - ha detto - non siamo in grado di comandare il nostro istinto e il nostro corpo. Io non sapevo di essere così forte. Man mano che il tempo passa scegli se essere vittima piuttosto che ‘guerriera’, come tutti mi definiscono, anche se non mi sento tale. La forza la trovi nel saper scegliere bene le persone di cui circondarti, persone che ti diano energia, e soprattutto nel cercare di spendere il tempo facendo cose che ti piacciono e ti arricchiscono. La bellezza è energia».

Gessica Notaro con le sorelle Silvia e Noemi (LaPresse)
Gessica Notaro con le sorelle Silvia e Noemi (LaPresse)

Nella sua testimonianza la Notaro non ha nascosto di aver vissuto momenti di grande difficoltà dai quali però è riuscita ad emergere grazie alla sua resilienza e al desiderio di rivalsa nei confronti di Eddy Tavares, il suo carnefice: «Nel periodo in cui sono uscita dall’ospedale stavo male - ha raccontato -. Mi sentivo intrappolata come dietro una maschera di gomma. Sono stati momenti durissimi, ero rassegnata e avevo crisi di rabbia e di pianto. Poi però ho respirato e usato la testa e mi sono detta: cosa risolvo? Può andare peggio di così? In quel momento è venuto fuori il ‘senso del dispetto’, non posso dargliela vinta. Voleva vedermi rovinata e io ho fatto l’esatto contrario. In carcere si guarderà un po’ di televisione e si farà due pensieri. Ora le cose stanno andando bene. Rispetto ad altre vittime di aggressioni con l’acido sono stata fortunata perché fino a ora ho fatto solo 7 operazioni. Tra gennaio e febbraio avrò il trapianto di cornea per cercare di recuperare la vista all’occhio sinistro. Ora allo specchio rivedo Gessica».

Nel corso dell’incontro la giovane riminese ha ribadito più volte l’importanza del denunciare gli episodi di violenza e di parlarne con più persone possibili: «Chiedete aiuto ai genitori, ai professori, agli amici. Cercate voi di circondare questa persona e vedrete che non riuscirà a muoversi perché si sentirà osservato da tutti». Infine un appello anche ai ragazzi: «Siete fighi quando siete consapevoli del potere che avete, ma non lo usate per fare male alle altre persone».