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Fermo, 24 novembre 2015 - La lunga vicenda degli ex lavoratori coinvolti nel fallimento dell’Agroalimentare Fratelli Monaldi di Petritoli si è conclusa ieri pomeriggio con un epilogo dal gusto amaro. Si è svolto infatti a Petritoli l’incontro per la sottoscrizione dell’accordo sindacale definitivo – tra ex dipendenti della Fratelli Monaldi e la ditta acquisitrice dell’azienda Monaldi Italia – e la sottoscrizione dei verbali di conciliazione individuale. All’accordo sindacale si era giunti grazie all’intenso lavoro di mediazione svolto dai segretari provinciali delle organizzazioni sindacali: Gabriele Monaldi della Fai Cisl, Guglielmo Malaspina della Flai Cgil, Eugenio Zallocco della Uila Uil e Giuseppe Marucci della Ugl con i vertici della Monaldi Italia. Nel percorso che ha portato all’accordo sindacale è stato importante anche il ruolo del curatore fallimentare Andrea Mattiozzi, sensibile verso il destino degli ex lavoratori.
L’accordo sindacale prevedeva l’assunzione a partire da subito di cinque unità lavorative su 25 cassaintegrati, da impiegare nel sito di Monte Vidon Combatte adibito alla produzione di uova, ed un solido indennizzo economico a tutela dei restanti 20 dipendenti che avrebbero perso il lavoro. Ieri, però, all’atto della sottoscrizione i 25 ex dipendenti (in parte con qualifica di operai e in parte con qualifica di impiegati) hanno scelto di non accettare la proposta di lavoro, ma di ricevere un congruo indennizzo economico. Nonostante il venir meno ad una parte dell’accordo, la Monaldi Italia mantiene l’impegno raggiunto in sede sindacale, così come l’interesse verso la riattivazione produttiva di Monte Vidon Combatte e dell’habitat della Fratelli Monaldi (il sito di sgusciatura e pastorizzazione di uova).
«Dopo una lunga trattativa sindacale – afferma il segretario Cisl, Gabriele Monaldi – siamo soddisfatti del traguardo raggiunto vista la ripartenza del sito produttivo d’azienda e le garanzie raggiunte per i lavoratori sia con il diritto di prelazione al lavoro sulla riattivazione dell’habitat sia con l’indennizzo. Resta il rammarico per la mancata disponibilità da parte degli ex dipendenti, frutto della loro libera scelta». «Un ottimo lavoro sindacale che rispecchia la richiesta delle organizzazioni sindacali – afferma Malaspina – ma sarei stato molto più soddisfatto se ci fossero stati dei lavoratori disponibili».
«Per la prima volta abbiamo assistito a un ‘no’ da parte dei lavoratori nella fase di riconversione e ripartenza. Buono l’accordo nel suo complesso – afferma Zallocco – visto l’impegno della Monaldi Italia a reinvestire sull’economia del territorio». «Il dato sindacale – afferma Marucci – va visto nel diritto di prelazione al lavoro con la ripartenza del sito di produzione di ovoderivati, ma purtroppo l’arco temporale è di due anni»