Problema piccioni a Fermo. Mangiano i muri, provocano buchi sulle pareti, sconnettono i mattoni. Non è la prima volta che scriviamo di questo argomento. La questione si fa seria. C’è l’aspetto estetico: alcune vie e vicoli sono quasi impraticabili stante le feci abbondanti dei pennuti. Non è certo gradevole per i residenti e per quanti visitano la città di Fermo. Tra l’altro, quel tipo di sporco è acido e corrode le soglie delle case. Precedentemente, abbiamo segnalato lo sporchissimo che s’è quasi incancrenito lungo le pieghe della statua di Sisto V: una indecenza. C’è l’aspetto sanitario: l’escremento dei piccioni può ospitare batteri, funghi e parassiti, tra cui la salmonella e la chlamidya. C’è l’aspetto edilizio: le frotte di piccioni che si ritrova su di un palazzo, torre, case abbandonate, smuove i mattoni. E c’è un altro aspetto di cui non sapevamo ma che abbiamo scoperto da poco: quel tipo di volatile mangia gli intonaci e becchetta i mattoni alla ricerca di quelle che che vengono definite le "compensazioni alimentari". Non è inusuale vedere i piccioni litigare per un mattone. Un aspetto da poco? Mica tanto. Se effettuate un giro per Fermo, potrete constatare i buchi sul davanti del Palazzo dei Priori, nella parte sottostante la corona d’alloro e la lapide. Stessa situazione in via Langlois e in diverse altre parti della città. Ci sono delle stradine medievali, specie nella zona di Piazzetta, dove transitare a piedi è divenuto problematico. La vicenda riguarda anche altri centri storici, come quello ad esempio di Monte Urano o Montegiorgio senza andare troppo ad elencare. Il problema esiste. I piccioni si riproducono rapidissimamente e sono destinati a crescere in modo esponenziale. Occorre allora un provvedimento: che siano gabbie per intrappolarli, che sia il ricorso a falchi pellegrini o lanari, non importa purché lo si cominci a prevedere.
CronacaProblema piccioni, è ora d’intervenire