OTTAVIA FIRMANI
Cronaca

"Un colpo durissimo inferto a un settore promettente"

La Cia: "Parliamo di 23mila lavoratori e un impatto economico da un miliardo"

Una filiera ecologica e virtuosa

Una filiera ecologica e virtuosa

Un colpo durissimo per uno dei settori più promettenti dell’agroindustria italiana, questa la sintesi fatta dalla Confederazione Italiana Agricoltori in merito all’approvazione dell’articolo 18 del Decreto Sicurezza. Si tratta del provvedimento che vieta la lavorazione, la distribuzione e la vendita delle infiorescenze della canapa coltivata e dei suoi derivati. Un cambiamento che colpisce un comparto che, secondo la Cia di Ascoli-Fermo-Macerata, dà lavoro a oltre 23mila persone e genera un impatto economico diretto di quasi un miliardo di euro all’anno, a cui se ne aggiunge un altro miliardo in termini indiretti. "La maggioranza di governo si prende la responsabilità di affossare in un colpo solo uno dei segmenti di eccellenza del Made in Italy agroindustriale, trainato soprattutto dai giovani", denuncia Cia. L’organizzazione sottolinea come la canapa rappresenti una coltura ad alto valore aggiunto, con ampie potenzialità nei settori della cosmesi, dell’erboristeria e del florovivaismo. Impieghi riconosciuti anche dalla legislazione europea, ma ora minacciati da una norma che la Cia definisce ‘ingiustamente punitiva e ideologica’. "La canapa è una risorsa strategica – dichiara Matteo Carboni, presidente di Cia Ascoli-Fermo-Macerata –. Le istituzioni dovrebbero tutelarla e sostenerla, non penalizzarla. Come Cia continueremo a supportare i produttori del territorio e a farci portavoce delle loro istanze, seguendo la linea del presidente nazionale". Ora, per i produttori, si apre una fase di grande incertezza: senza la possibilità di utilizzare le infiorescenze, la filiera italiana della canapa rischia di essere smantellata. "Come Cia - afferma il presidente nazionale Cristiano Fini – continueremo a sostenere gli agricoltori a tutti i livelli e in tutte le sedi opportune. Inoltre, seguiteremo a chiedere la convocazione del Tavolo interministeriale già formalizzato al Masaf per garantire un futuro alla canapa italiana". L’attesa è tanta, soprattutto per i molti operatori che rischiano di dover cessare l’attività o trasferire la produzione all’estero, perdendo competitività e radicamento territoriale. "L’articolo 18 del Ddl Sicurezza – commentano dall’Associazione Imprenditori Canapa Italia - introduce il divieto di tutte le attività legate ai fiori di canapa, senza distinguere tra usi leciti e illeciti. Questa disposizione rischia di penalizzare gravemente il settore della canapa industriale, che opera nel pieno rispetto della normativa europea e delle leggi italiane vigenti. Parliamo di un settore in espansione che offre numerosi vantaggi economici, sociali e ambientali. Attualmente, ci sono circa 3mila aziende in Italia e oltre 10.000 operatori stabili, a cui si aggiungono altrettanti lavoratori stagionali. Il volume di affari supera i 500 milioni di euro annui".

o.fi.