REDAZIONE FERRARA

Aggressioni con coltelli e bastoni La faida dei Baluardi approda in aula

Cinque imputati (alcuni anche persone offese) per rapina e lesioni. Al centro tre regolamenti di conti

Bastonate, pugni in faccia, colpi di coltello e una rapina con lo spray urticante. La faida tra tunisini che ha punteggiato di violenza l’estate del 2021 approda in un’aula di tribunale. Al vaglio del collegio giudicante ci sono tre episodi (con aggressori e aggrediti a parti invertite) di quello che fu uno scontro in più fasi tra due gruppi di connazionali. I soggetti finiti a giudizio sono cinque, quasi tutti a vario titolo nella doppia veste di imputati e persone offese dei reati contestati, rapina e lesioni aggravate. Le contestazioni partono dalle 17 del 3 giugno di due anni fa, con un regolamento di conti in via Baluardi, angolo via delle Chiodare. Qui, lo scontro si consuma a bastonate e lanci di bottiglie fino alla fuga degli aggrediti. Alle 23 dello stesso giorno, le vittime del raid precedente avrebbero bloccato in San Romano uno dei rivali, minacciandolo di morte, prendendolo a pugni e spruzzandogli addosso il gas urticante di una bomboletta spray allo scopo di rapinarlo di un marsupio con dentro duecento euro. Il capo di imputazione mette poi sotto la lente i fatti del giorno successivo. È il 4 giugno e siamo davanti a un condominio di via Cavedone, in pieno centro. Uno dei protagonisti dei fatti del giorno prima esce di casa e viene assalito da un gruppo di rivali armati di coltello. La vittima incassa alcuni colpi al braccio sinistro e all’addome, salvandosi solo grazie all’intervento di un vicino.

Ieri mattina, davanti ai giudici del collegio e al pubblico ministero Lisa Busato si è svolta l’udienza filtro. Dopo l’ammissione delle prove, il caso è stato aggiornato al 15 giugno per entrare nel merito. Gli episodi al centro del procedimento si inseriscono nella faida tra gruppi di nordafricani ritenuta dagli inquirenti riconducibile a un contrasto per il controllo dello spaccio in via Baluardi. Lo scontro, lo ricordiamo, culminò con un finto sequestro a scopo di vendetta, scoperto però dagli inquirenti che indagavano sulla presunta scomparsa di un soggetto. Quest’ultimo caso approderà in aula in aprile.

f. m.