SILVIA GIATTI
Cronaca

Covid, asintomatici non contagiosi? "Un'eventualità meno che rara"

Libanore non condivide la tesi dell’Oms: "Quasi tutti mostrano segnali della malattia, anche minimi"

L’infettivologo del Sant’Anna Marco Libanore (foto Businesspress)

Ferrara, 11 giugno 2020 - Non concorda con quanto ha dichiarato nelle ultime 48 ore l’Organizzazione mondiale della sanità, e cioè che gli "asintomaci raramente contagiano". Annuncia, inoltre, che anche a Cona nascerà, a breve, l’ambulatorio multidisciplinare che dovrà osservare le conseguenze che la malattia ha creato nei pazienti che lo hanno contratto e superato. Questa la posizione dell’infettivologo del Sant’Anna Marco Libanore.

Leggi anche Covid, Oms: "Molto raro che asintomatico trasmetta virus". Ma esperti italiani: non è vero

Cosa pensa delle affermazioni dell’Oms sugli asintomatici? "Ora sappiamo che una persona che contrae il virus è già contagiosa due giorni prima che manifesti i sintomi; e di solito chi risulta positivo dopo una settimana presenta febbre, tosse e può arrivare a una fase di criticità respiratoria che comporta il ricovero nei casi più gravi". Sta dicendo che tutti coloro che contraggono il virus prima sono asintomatici ma poi manifestano la malattia. "Gli asintomatici che rimangono tali sono molto più rari. Quasi tutti coloro che si contagiano hanno segnali della malattia: se minimi, presentano, nella stragrande maggioranza, almeno un raffreddore". Il virus è mutato? "Quello che stiamo notando è un crollo epidemiologico. I pazienti che si presentano con forme gravi sono sempre più rari e clinicamente sembra che il Covid 19 abbia perso di aggressività". Cosa succederà in autunno? "Non mi faccia fare la Cassandra, si rischiano brutte figure. Posso dire è che contano molto i nostri comportamenti. Il serbatoio di questa malattia siamo noi uomini. E gli assembramenti possono essere un rischio di focolaio. Adesso si è aperto tutto ma non dimentichiamoci che il virus ha fatto 34mila morti".

Leggi anche: Il quadro nazionale - Invitato alle nozze positivo: tutti in isolamento Merkel e Macron: prepariamoci alla prossima pandemia - Studio Harvard: "A Wuhan epidemia già ad agosto"

Adesso però avete più conoscenze sulla malattia. "Certo. E dopo gli ospedali di Reggio e Modena anche da noi nascerà l’ambulatorio multidisciplinare per monitorare quei pazienti che, superato il Covid, manifestano i postumi della malattia". Cioè? "L’ambulatorio funzionerà con un’équipe medica che va dall’infettivilogo, al cardiologo fino al pneumologo perché questo virus lascia una fibrosi polmonare che va ben monitorata". L’estate è arrivata ma in tanti, specie sui luoghi di lavoro, pensano che gli impianti di aria condizionata possano essere un veicolo di contagio. "Se un’impianto viene ben tenuto il rischio non c’è. Gli impianti di areazione sono invece più pericolosi per la trasmissione, ad esempio, della legionella o gli aspergilli (funghi collegati con la muffa, ndr)". Questa è una provincia di anziani e sono tanti i centri sociali che esistono nel nostro territorio. Vorrebbero riaprire ma lei cosa consiglia? "Che perdono la loro natura se chi deve andare in questi luoghi deve munirsi di mascherina e stare con i guanti. Se poi si mettono a giocare a carte è chiaro che si espongono ad un rischio contagio più elevato". Meglio evitarlo, dunque? "Dico solo che in queste condizioni un centro per anziani perde del suo valore sociale. Queste persone sono la categoria più fragile della popolazione se contraggono la malattia, lo abbiamo visto molto bene. Guardi cosa è successo nelle residenze per anziani...".