
"Attenta Spal, il Pineto non è una meteora"
Il Pineto è una sorpresa soltanto per chi vive lontano dall’Abruzzo e non conosce la società presieduta da Brocco. Due mesi fa, nel giorno del derby con il Pescara, Antonio Martorella era sugli spalti dell’Adriatico e ha assistito alla storica vittoria della squadra di Amaolo contro quella di Zeman. Davide che batte Golia agli occhi di tutti gli osservatori, però l’ex spallino assicura che il Pineto non è una meteora e metterà solide radici nel calcio professionistico. "Per noi abruzzesi il Pineto non è una sorpresa – assicura Martorella, che adesso lavora nel mondo del calcio giovanile –. Ha un presidente appassionato e competente come Brocco che già da qualche anno provava a vincere il campionato di serie D, e la scorsa stagione finalmente ci è riuscito. Magari non mi aspettavo di vedere il Pineto così in alto, ma sinceramente non sono così stupito da questo exploit. Anzi, avrei scommesso sul fatto che non diventasse la cenerentola del campionato come forse qualcuno pensava. Credetemi, a Pineto c’è passione e competenza, ingredienti fondamentali per chi vuole fare calcio".
Oltre ad una squadra che si sta rivelando ben costruita, la società ha investito nella ristrutturazione dello stadio... "Proprio così, un piccolo impianto che però soddisfa i parametri della serie C e rappresenta un motivo di orgoglio per quella comunità. Come sapete, inizialmente ha giocato a Pescara e non ha subito contraccolpi. Anzi, forse proprio perché galvanizzato dall’opportunità di giocare all’Adriatico ha sfoderato prestazioni strepitose battendo la squadra di Zeman nel derby e pareggiando con la corazzata Cesena, oltre a giocare altre belle partite".
Da pescarese e tifoso del Delfino, cosa ha provato nel vedere il Pineto vincere il derby? "Non me l’aspettavo di certo, ma quel giorno la squadra di Amaolo non ha rubato nulla quindi mi è toccato farle i complimenti. Ripeto, il Pineto è una società solida con una proprietà appassionata che vuole fortemente restare tra i professionisti e non sarà una meteora". Che idea si è fatto sulla Spal? "Non mi capacito di quello che le sta accadendo. Vivo lontano da Ferrara, ma continuo a seguire con affetto la squadra biancazzurra anche attraverso alcuni amici spallini che la scorsa estate mi confessavano che nonostante l’amarezza per la retrocessione erano fiduciosi in vista di questo campionato di serie C, che invece si sta rivelando disastroso. Mi si stringe il cuore vedendo la Spal in quella posizione: per fortuna c’è ancora tempo per risalire".
Si aspettava un crollo del genere del club biancazzurro?
"Il calcio è fatto di cicli che finiscono improvvisamente, facendo precipitare alcune società storiche anche dalla serie A alla C in una manciata di anni. È accaduto alla Spal, ma anche al mio Pescara. Penso pure al Bari, al Parma e al Palermo. Certo, non me l’aspettavo, ma non sono nemmeno così sorpreso perché so come vanno queste cose. Adesso però bisogna intervenire, perché Ferrara non può certo finire nei dilettanti".

