ALBERTO LAZZARINI
Cronaca

Cous cous, crescita inarrestabile In 15 anni produzione decuplicata

Si è passati da appena 4mila tonnellate all’anno a 40mila. Settenta dipendenti. nel raggio di 20 chilometri

di Alberto Lazzarini

In appena quindici anni ha decuplicato la produzione: da 4.000 a 40.000 tonnellate. Fondata nel 2005, la Bia di Argenta (leader nel settore cous cous) è una delle società italiane che ha fatto registrare la più alta accelerazione nella crescita. Molto – moltissimo - deve al suo amministratore delegato, e da qualche tempo anche presidente, Luciano Pollini (foto al centro, in alto), ingegnere informatico, divenuto imprenditore e dirigente, autentico "re" di questo alimento fatto con cereali italiani, spesso emiliano-romagnoli.

Il trend dell’azienda è stato costante: ogni anno un "più" nella produzione e nel fatturato. Lo stesso Pollini annuncia che è chiuso il bilancio 2020 con un fatturato di 33 milioni, realizzato grazie alla forte produzione effettuata tutta nei tre stabilimenti di Argenta: "Uno destinato al cous cous tradizionale (è sulla statale Adriatica vicino alla Celletta ndr), un altro per la versione senza glutine, mentre il terzo funge da magazzino (entrambi sono nell’altra zona industriale ubicata verso Ferrara nrd)".

I dipendenti sono una settantina, che risiedono nel raggio di una ventina di chilometri. "Sì, stiamo procedendo in questo percorso positivo supportati da investimenti importanti", sottolinea Pollini che poi ricorda gli avvenimenti degli ultimi anni quando alla originaria maggioranza azionaria rappresentata da Giacomo Ricci (scomparso di recente) si è sostituita la Alto Partners sgr, una società che entra nelle varie aziende per superare gli irrisolti problemi generazionali, come lo era per la Bia di Ricci. "E’ cambiata la proprietà, ma ha ereditato il progetto", aggiunge Pollini perché evidentemente l’originaria visione era vincente. Insomma, squadra che vince non si cambia. Una quota societaria è sempre di Gescad che fa capo a Pollini.

Il polo nazionale del cous cous, che ha sede ad Argenta, esporta in tutto il mondo: "Quasi tutti i paesi d’Europa, conferma Pollini, Russia compresa. Poi tutti gli altri continenti: Australia e Americhe, Sud Africa e Asia". Il cous cous piace, insomma, e in maniera crescente anche perché "lo puoi mangiare con pesce, carne e verdure; caldo e freddo, salato e dolce. E’ un alimento straordinariamente duttile e risparmioso. Competitivo di pasta e riso: si risparmia tempo e si favorisce la sostenibilità. E’ facilissimo da cucinare". Giovani e donne sono il target migliore. Il cous cous è fatto con semola di grano duro (tradizione) "ma ora lo traiamo da qualsiasi farinaceo: farro, kamut, vari integrali, mais, riso, legumi come ceci o lenticchie". Il covid, che in genere non ha danneggiato il settore alimentare, non ha intaccato nemmeno la crescita della Bia: "Ha prodotto qualche perdita con le mense, compensata da un generalizzato aumento della domanda".