Covid, contagi in risalita a Ferrara. "Anziani a rischio"

L’intervista a l primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Cona Marco Libanore "Il pericolo è che crescano le ospedalizzazioni. Attenzione nelle Cra"

Il primario di Malattie Infettive dell’ospedale di Cona Marco Libanore (foto Bp)

Il primario di Malattie Infettive dell’ospedale di Cona Marco Libanore (foto Bp)

Ferra, 26 marzo 2022 - Da più parti ormai si sente dire che il Covid è in regressione. Il termine fissato dal Governo per lo stato di emergenza è ormai alle porte (qui cosa cambia dall'1 aprile). Ma è ancora troppo presto per cantar vittoria. "La fine dello stato di emergenza non coincide con la fine dell’emergenza". A dirlo è Marco Libanore, primario del reparto di Malattie infettive a Cona, al quale abbiamo chiesto una valutazione sulla curva dei contagi, ancora in crescita e su una possibile recrudescenza pandemica nei prossimi mesi.

Leggi anche: Scuola: cosa cambia dall'1 aprile 2022

Libanore, sul territorio si è tornati a registrare, pressoché quotidianamente, almeno trecento contagi. E’ un colpo di coda del virus o è una nuova ondata?

"L’andamento epidemiologico sulla nostra Provincia è sotto controllo, ma non bisogna abbassare la guardia. La variante Omicron 2 si configura come molto contagiosa. Ma meno impattante sotto il profilo delle ospedalizzazioni. Questo ultimo aspetto, però, non ci deve indurre a facili deduzioni sulla pericolosità del virus".

Cosa intende dire?

"Le ospedalizzazioni dei pazienti Covid positivi sono senz’altro diminuite e, l’aumento dei contagi, non coincide con l’aumento dei ricoveri fortunatamente. Tuttavia, una sottovalutazione del contagio soprattutto in determinati contesti critici, potrebbe portare anche come conseguenza a un nuovo aumento dei ricoveri".

Quali sono i contesti critici?

"Il nostro territorio, dal punto di vista della tipologia dei pazienti, presenta molti punti deboli. A partire da un dato meramente anagrafico: la nostra Provincia è la prima in Regione per presenza di persone under 70".

Gli anziani dunque sono più esposti tout court?

"In linea di massima si, ma soprattutto coloro che prestano quadri clinici già compromessi per patologie pregresse rispetto all’ipotetica infezione da Covid".

D unque è su questi ultimi che occorre tenere alta l’attenzione.

"Esattamente. In un contesto nel quale l’evoluzione pandemica, proprio per via della variante Omicron 2, sta registrando un innalzamento, l’attenzione ai pazienti con un quadro clinico grave deve essere massima. Proprio per evitare che il contagio vada poi a creare condizioni che comportino nuovi ricoveri".

E’ concreta l’ipotesi che si possano verificare nuovi focolai?

"Purtroppo diventa concreta nella misura in cui non si presta sufficiente attenzione, appunto, nei contesti critici. L’esempio classico, sotto questo profilo, sono le residenze per anziani (cra e rsa). Il mio consiglio, in proposito, è quello di usare il massimo della cautela anche sulle persone che vanno a trovare i parenti".

Dalla sua disamina, pare che l’esposizione a Omicron 2 riguardi quasi esclusivamente gli anziani .

"Sono senz’altro i più a rischio di effetti gravi. Anche perchè sulla popolazione anziana e con cronicità agisce un altro fattore non secondario".

A cosa si riferisce?

"Alla copertura anticorpale. Avendo fatto l’ultimo richiamo vaccinale diverso tempo fa ormai, molti hanno un livello di protezione piuttosto basso, in alcuni casi pressoché azzerato. Per questo, ma in generale il mio invito vale per tutta la popolazione, non bisogna abb assare la guardia".