
Fumagalli: «Distruggeranno qualsiasi cosa nel raggio di 5 metri dall’argine»
Nella riunione di giovedì sera con la cittadinanza sull’idrovia, in relazione al tratto di lavori che va dal ponte di Valpagliaro al ponte di Final di Rero, "è emerso che distruggeranno qualsiasi cosa nel raggio di 5 metri dall’argine, appellandosi ad una legge sulla sicurezza che però, evidentemente, vale solo qui, visto che il territorio italiano è disseminato di corsi d’acqua dove chiunque può vedere la vegetazione fino a ridosso dell’acqua". Lo dice l’ambientalista Michela Fumagalli, che prosegue: "Anche le ultime indicazioni circa la distruzione dell’ecosistema limitatamente al settore "obliquo" dell’argine erano vuote di significato, se riguarderà invece i cinque metri demaniali dall’argine in piano, che ospitano in sostanza il 100% della vegetazione appena più alta dell’erba, e di conseguenza il 100% della fauna che abita aria, alberi, arbusti, suolo e sottosuolo, comprese le querce da me già segnalate all’ente preposto in Regione, per la salvaguardia degli alberi monumentali, senza mai aver mai ricevuto riscontro in merito".
Il fulcro della riunione però verteva sull’isola di risulta dei lavori di scavo, che dovrebbe occupare una superficie di circa 20.000 metri quadrati e sulla quale verranno piantate circa 1700 essenze. "Solo piantate e poi abbandonate a loro destino – riprende – di qualsiasi essenza si tratti, senza alcun tipo di irrigazione o manutenzione successiva". L’ambientalista sostiene come queste 1700 essenze non potranno mai compensare la perdita ambientale di un intero argine popolato attualmente da alberi d’alto fusto, che arrivano ad avere anche 60 anni.
Il sindaco di Tresignana Mirko Perelli spiega: "Questo progetto ce lo siamo trovati senza nessuna nostra responsabilità, semmai da attribuire alle precedenti amministrazioni, comunali, provinciali e regionali. I progettisti della Regione dicono che tutto avviene nel rispetto della normativa sulla sicurezza idraulica che prevede questa modalità. Pur rispettosi delle norme e pensando sempre agli amici della Romagna, credo tuttavia che per i bacini che ci sono, i canali di bonifica e le opere idrauliche, possiamo stare relativamente più tranquilli su questi rischi. E’ innegabile lo scempio che verrà perpetrato sugli alberi e la fauna che ospitava. Sulla gestione dell’isola vorremmo avere delle garanzie dalla Regione, con cui stiamo cercando di dialogare". "Se le piante avessero nome e cognome non solo si parlerebbe di strage ma probabilmente si decuplicherebbero gli sforzi per la loro preservazione, cerchiamo di mobilitarci contro questa distruzione".
cla. casta