Igor il russo, processo a rischio. La Spagna non lo consegna

In aula per le rapine prima dei massacri. Il dibattimento salta per legittimo impedimento

Norbert Feher al momento della cattura in Spagna (Ansa)

Norbert Feher al momento della cattura in Spagna (Ansa)

Ferrara, 18 ottobre 2018 - Norbert Feher, alias Igor il russo, riesce ancora una volta a mettere i bastoni tra le ruote della macchina della giustizia. Stavolta, a rallentare l’attività della magistratura sul suo conto, non sono le sue rocambolesche fughe o la sua capacità di trasformarsi in un fantasma ma il suo status di ‘detenuto per altra causa’ in Spagna.

Ragione sufficiente a far slittare il processo per le rapine dell’estate del 2015 (VIDEO), che ieri avrebbe dovuto entrare nel vivo. Ma così non è stato. Il giudice Vartan Giacomelli, presidente del collegio, non ha potuto fare altro che riconoscere il legittimo impedimento del pluoriomicida serbo, e rimandare tutto all’anno prossimo, in attesa che la magistratura spagnola concluda il suo operato. Il processo si farà, quindi, ma non ora.

L'ARRIVO IN ITALIA
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Ma andiamo con ordine. Sono le 9.30 quando l’aula B del tribunale inizia a riempirsi. L’ultima casella del ruolo affisso all’ingresso è riempita da un nome che rievoca una scia di sangue e terrore: Igor Vaclavic. Già, perché nelle inchieste ferraresi il serbo Feher è sempre stato registrato con l’identità fittizia che per anni gli è servita per scivolare tra le maglie della giustizia. Igor Vaclavic, appunto, l’imprendibile (sedicente) ex militare russo. Il sostituto procuratore Andrea Maggioni è pronto a contestare allo slavo le rapine in abitazione di Mesola, Coronella e Villanova di Denore.

Colpi brutali, messi a segno insieme a due complici, il croato Ivan Pajdek e lo slovacco Patrik Ruszo. Tra i banchi c’è anche Alessandro Colmbani, brutalmente pestato a Villanova, parte civile con l’avvocato Cristian Corvini. L’udienza si apre e si chiude nel giro di pochi minuti. Sfumata la possibilità di avere il serbo (FOTO) in videoconferenza dal carcere in cui è rinchiuso, il collegio non può che prendere atto della decisione dell’autorità iberica di sospendere la consegna dell’imputato sulla base del mandato di arresto europeo. Misura che verrà eseguita soltanto a «giustizia spagnola soddisfatta», come messo a verbale. Insomma, non potendo comparire in aula, Igor non può essere processato.

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Se ne riparla il 23 ottobre del 2019. «Il destino di questo processo è più che mai incerto – commenta l’avvocato Antonio Cristian Altieri, difensore di Igor –. I tempi saranno lunghi e rischiamo di non celebrarlo fino alla fine». Riguardo alla posizione dell’assistito, il legale evidenzia «l’importanza della presenza dell’imputato, il quale sostiene di essere estraneo a quei colpi e a contestazioni che si basano solo sulla testimonianza dei presunti complici».