
Diego Eleuteri, 75enne Cavaliere al Merito, ha fatto del volontariato una missione
E’ stato un abbraccio grande e accorato quello che la comunità tutta, nelle sue tante sfaccettature e ruoli, ha dato ieri a Diego Eleuteri, un uomo che del volontariato aveva una vocazione e una missione, scomparso a 75 anni dopo aver lottato anche contro una malattia che non gli ha dato scampo. Presidente per un decennio della sezione di Cento dell’Associazione Nazionale Carabinieri, creandosi un gruppo attorno di volontari affiatati e sempre presenti ove ce n’era bisogno seguendo l’esempio del loro presidente, Cavaliere della Repubblica Italiana nel 2017, con benemerenze e attestati per l’impegno durante il sisma 2009 in Abruzzo, le alluvioni del 2000 al Nord Italia, il sisma dell’Emilia del 2012 e sempre presente durante manifestazioni o le emergenze. Lui era per tutti e ieri la comunità era lì per lui.
"E’ morto come ha vissuto: in punta di piedi, scusandosi per il disturbo – sono state le parole toccanti di don Marco Ceccarelli nella chiesa gremita – Da lui ho avuto conferma che il bene è una cosa seria. Conosco tante persone che parlano del bene del paese, della comunità ma che in fondo portano avanti le loro idee e il loro concetto di bene al quale tutto si deve piegare. Gli ipocriti parlano di bene quando vogliono il mondo a loro modo e si arrabbiano se non li segui o gli dici bravo. I buoni invece non parlano e nel silenzio fanno il bene perché ci credono davvero. Diego è stato un buono: per lui il bene era prendersi cura senza mai fartelo notare, l’unico che chiedeva anche scusa per averlo fatto. E sempre con stile, con la camicia anche se doveva fare grandi fatiche. Buono non significa sciatto e gentile non significa debole. Con te, Diego, se ne va un pezzo di amore vero, di cui pochi sono capaci, davvero un figlio di Dio che aveva imparato e messo in atto carità, premura e silenzio. Un uomo vero, di principi, con una faccia sola. Rarità".
E le toccanti parole della figlia. "Dalle Marche sei arrivato a Renazzo in punta di piedi e in punta di piedi te ne sei andato, ma tutto ciò che c’è stato in mezzo ha fatto tanto rumore – ha detto Alessia Eleuteri – Hai sempre messo davanti gli altri. La tua presenza ha lasciato un segno indelebile e io sono orgogliosa di te, papà. Hai saputo farti voler bene da tutti, con la tua disponibilità e la tua inesauribile forza di volontà. Tutte le persone presenti oggi ne sono una dimostrazione".
E infine il sindaco Accorsi. "Porto la riconoscenza della città – ha detto il primo cittadino – per una persona che ha sempre messo il bene e la comunità davanti a sé, un uomo semplice che ha costruito grandi cose facendo realmente il bene. E’ un esempio per tutti e quella medaglia al valore che è appoggiata sulla bara, dev’essere per noi un impegno che dobbiamo sentire da portare avanti con gratitudine".
Laura Guerra