Pacemaker a una 106enne: durante l’intervento lei racconta la sua vita

Cento (Ferrara), l’equipe di Cardiologia diretta dal professor Sassone ha operato la signora Aide Borgatti, dimessa in ottimo stato il giorno dopo

Da sinistra la signora Borgatti con l’equipe di Cardiologia, e poi il professor Sassone

Da sinistra la signora Borgatti con l’equipe di Cardiologia, e poi il professor Sassone

Cento (Ferrara), 20 aprile 2024 – Un intervento di impianto di pacemaker su una signora di 106 anni. E’ stato eseguito all’ospedale di Cento dal professor Biagio Sassone sul corpo della signora Aide Borgatti, sottoposta all’impianto di un pacemaker ad opera del direttore della Cardiologia dell’ospedale centese, nonché del Dipartimento Interaziendale ad Attività Integrata (DAI) Cardio-toraco-vascolare della provincia di Ferrara.

“Sebbene mi fosse già capitato di intervenire su pazienti centenari, non è cosa frequente impiantare un pacemaker ad una paziente alla soglia dei 106 anni", spiega il professor Sassone. Aide Borgatti è una signora distinta e in ottima salute, se non fosse per un battito cardiaco troppo lento che le provocava qualche disturbo. L’intervento si è svolto senza complicanze e il giorno successivo la paziente è stata dimessa al proprio domicilio. Continua il prof. Sassone: "Della signora Aide mi ha colpito subito la sua straordinaria lucidità e il perfetto stato mentale. La sua mente vivace e la chiarezza dei suoi pensieri e dei suoi ricordi sono davvero impressionanti. Durante l’intervento, abbiamo discusso ampiamente della sua vita iniziata nel 1918, alla fine della Prima Guerra mondiale. Per me, appassionato di storia italiana del XX secolo, è stato come aprire un libro di storia. Ci siamo salutati con l’augurio di rivederci tra una dozzina d’anni, al momento della sostituzione della batteria del pacemaker".

In Italia ogni anno circa 25.000 pazienti vengono sottoposti ad un primo impianto di pacemaker. Nella Cardiologia dell’ospedale di Cento vengono impiantati circa 130 nuovi impianti di pacemaker all’anno. In linea con i dati nazionali, l’età media di questi pazienti è di 82 anni e un quarto di loro ha superato gli 87 anni d’età. Non è quindi raro che un cardiologo si trovi ad intervenire su pazienti anche molto anziani.

Il primo pacemaker cardiaco fu impiantato a Stoccolma da un cardiochirurgo per curare un uomo di 48 anni che aveva frequenti svenimenti a causa di un battito cardiaco troppo lento. Questo intervento segna l’inizio dell’era moderna dei pacemaker impiantabili, che da allora hanno continuato a evolversi e migliorare, offrendo l’opportunità di curare molti disturbi del ritmo cardiaco.

Oggi i pacemaker hanno dimensioni poco più grandi di un quadrante di orologio da polso e possono essere impiantati sottopelle, nella parte anteriore del torace, mediante un intervento in anestesia locale della durata di 30-40 minuti. I tempi di ricovero ospedaliero sono mediamente di 2-3 giorni e generalmente il paziente può essere dimesso il giorno successivo all’impianto. Le complicanze dell’intervento sono molto rare (inferiori all’1%) e nella maggior parte dei casi non mettono a rischio la vita del paziente.

Non un caso che l’Ospedale di Cento si distingua sul fronte cardiologico. Basti pensare, ad esempio, che è stato il primo in cui è stata implementata un’attività di telerefertazione di ECG. Gli esami vengono effettuati nelle Case di Comunità del territorio, e dunque più prossimi e più comodi per i pazienti, poi trasmessi ai cardiologi dell’Ospedale centese e da loro refertati. Una scelta che è un’ulteriore testimonianza dell’importanza, per l’azienda Usl, del presidio nella rete ospedaliera territoriale.

Partita nel 2021 con la Casa di Comunità di Copparo, ora attiva anche a Ferrara alla "Cittadella San Rocco", Bondeno, Portomaggiore e Comacchio, l’attività ha portato all’effettuazione di 209 telerefertazioni nel 2022, salite a 319 nel 2023 e a 79 da inizio al 21 marzo del 2024.